2017-04-22 15:20:00

A Varsavia, la Conferenza cristiana europea su fede e internet


Si apre il 25 aprile a Varsavia la 22.ma edizione della European Christian Internet Conference che ogni anno raduna cristiani di tutte le confessioni per riflettere sulla fede nell’era di Internet e dei Social Media. All’evento in terra polacca partecipano 80 rappresentanti provenienti da diversi Paesi europei che si interrogheranno, in particolare, sulle possibilità della predicazione nell’era digitale e sui nuovi spazi per la fede e la teologia aperti da Internet. A rappresentare l’Italia, ci sarà don Marco Sanavio, membro del Consiglio direttivo di WeCa, l’associazione dei Webmaster cattolici italiani. Alessandro Gisotti lo ha raggiunto telefonicamente a Varsavia:

R. – Si tratta della 22.ma conferenza tra pastori e laici delle Chiese sia protestanti sia cattolica, ortodossa e altre confessioni cristiane, che in qualche modo ci orientano a porre una pastorale anche all’interno del cyberspazio. L’edizione di quest’anno a Varsavia è orientata a internet come spazio pubblico, all’interno del quale la realtà aumentata e la teologia possono in qualche modo incrociarsi, impastarsi, intersecarsi in alcuni percorsi che ci verranno raccontati a livello di caso di studio, ma poi anche per alcune Chiese che utilizzano in maniera più intensiva come tracce pastorali.

D. – Si tratta in un qualche modo di un esperimento di "ecumenismo digitale". Quali sono le sfide più significative che avete visto in questi ultimi anni, anche nel confronto tra esperienze diverse?

R. – Sicuramente, tra le cose più interessanti che ci accomunano c’è la fraternità, perché gran parte dei partecipanti si conosce già da tempo, si tiene in contatto durante l’anno … E questo incontro, nella preghiera, che è comune tutti i giorni ed è proposta da una delle varie confessioni presenti, è per esempio un appuntamento desiderato da tutti e anche condiviso in maniera molto semplice. Che io ricordi, in tante edizioni – ho partecipato almeno a una decina di questi incontri – non c’è mai stato uno screzio, una disattenzione … cioè, tutti pregano insieme sempre accogliendo di buon grado quello che viene proposto. Da lì ci si orienta poi a scambiarsi le esperienze nel mondo digitale.

D. – Il tema della formazione è molto presente in questi incontri; ovviamente si guarda soprattutto alle giovani generazioni, i primi fruitori e protagonisti del nuovo ambiente digitale …

R. – Io parteciperò a questo convegno a nome di Weca, l’Associazione webmaster cattolici italiani, e racconterò del premio che verrà lanciato a breve per il miglior sito cattolico; ma racconterò anche di un percorso che ho fatto insieme con una psicologa psicoterapeuta che si chiama “Generazioni digitali”, e anche un libro edito dalla San Paolo che, a differenza di altre pubblicazioni, contiene un metodo: un metodo strutturato in quattro passaggi che sono ascolto, fase di simbolizzazione, fase di riappropriazione e poi fase autonormativa dove i giovani stessi si consegnano regole per vivere bene nel cyberspazio.

D. – Ecco, proprio in questo libro – “Generazioni digitali” – si mette molto l’accento sull’ascolto; cambiano, ovviamente, i contesti di comunicazione, le tecnologie sempre più veloci ma si richiede sempre un ascolto – un ascolto profondo. E questo ricorda un po’ anche quello che dice Francesco: l’ascolto-terapia …

R. – Sì: è proprio questo tipo di attenzione, l’ascolto-terapia; perché in molti casi, e in una decina d’anni di esperienze dentro scuole e associazioni – in molti casi non c’è altra soluzione se non quella di ascoltare profondamente ciò che questi ragazzi stanno vivendo. Noi abbiamo coniato il termine “affioranti digitali”: abbiamo scoperto che i disagi nel mondo digitale spesso rivelano carenze relazionali molto profonde.








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