2017-04-14 15:02:00

Testamento biologico, la Camera al voto dopo Pasqua


In Italia, si riapre il dibattito sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) la drammatica morte di Davide Trentini, il 53enne malato di sclerosi multipla dal 1993, che ieri è stato accompagnato in Svizzera da Mina Welby per ottenere il suicidio assistito. Il Ddl sul testamento biologico ternerà in aula a Montecitorio mercoledì e giovedì prossimi per l’approvazione definitiva da parte della Camera dei Deputati, poi sarà la volta del Senato. Il servizio di Marco Guerra:

Davide Trentini era affetto da sclerosi multipla da quasi 25 anni: una malattia stabilizzata ma che comportava un dolore che per lui non era più tollerabile. Questo ultimo caso di suicidio di un cittadino italiano in Svizzera interroga nuovamente sulle misure che saranno varate dal disegno di legge sul testamento biologico che sarà discusso alla Camera la prossima settima. Il commento dell’on. Mario Marazziti, presidente della Commissione affari sociali che da un anno lavora sulla legge:

R. – Il suicidio assistito o il suicidio di un consenziente non sono dentro l’orizzonte della legge che è in discussione alla Camera e che mercoledì e giovedì dopo Pasqua potrebbe essere approvata nella prima lettura e nel testo definitivo. Il suicidio è un dramma terribile, è una domanda terribile sulla nostra società, sul senso della vita, sulla sofferenza ma non è qualcosa che può essere regolato per legge e che non dovrà mai essere regolato per legge. La legge che sta venendo alla luce ha due linee guida. Una è cercare di umanizzare quanto più possibile il precorso del morire. L’altra è, quanto più possibile, demedicalizzare la morte ovvero almeno ricostruire un’alleanza terapeutica medico-paziente.

La storia di Davide rimanda anche allo stato emotivo del paziente che descrive le DAT, come sottolinea l’on. Paola Binetti che, insieme ad altri parlamentari di area cattolica, resta contraria alla legge:

R. – Uno dei sintomi più tipici della sclerosi multipla - è dimostrato scientificamente - è la depressione. Nel disegno di legge che noi stiamo votando in parlamento, con molta fatica siamo riusciti a mettere in evidenza che un paziente depresso che chieda di morire non può essere considerato libero in questa richiesta perché la sua depressione è quello che induce a desiderare la morte. Le condizioni possono essere prese in considerazione al momento di elaborare le DAT perché poi la parte che riguarda il paziente che non è più in grado di intendere e volere; in quel momento è chiaro che non si può nemmeno valutare quali siano le sue condizioni psicologiche.

Molti quindi i punti controversi che in Parlamento vedono gli schieramenti ancora lontani. Su questo sentiamo ancora Marazziti e Binetti:

R. – Il medico è sempre tenuto a rispettare la volontà del paziente; contemporaneamente, il paziente non può mai chiedere qualcosa che sia contro la legge. C’è un certo equilibrio, che si è faticosamente costruito anche su questo punto.

R. - Questa legge esplicitamente non vuole essere una legge eutanasica ma di fatto, con alcune delle misure che assume, finisce con l’aprire porte e finestre a un possibile ingresso dell’eutanasia. L’idratazione e la nutrizione sono state equiparate a un trattamento: questo inevitabilmente configura una situazione in cui il rischio di morire è altissimo.

In questi giorni si sta cercando comunque di armonizzare le diverse esigenze con l’introduzione di alcuni emendamenti. Ancora Marazziti e Binetti

R. - Ci sono ancora molti emendamenti da affrontare, sono solo 5 articoli. Il secondo è come tutelare i disabili gravi, come tutelare chi non è libero di intendere e di volere e ha un tutore, un altro che decide per lui…Io credo che ci sarà un ulteriore miglioramento, me lo auguro: un mio emendamento, che allarga le eccezioni alla vincolatività delle DAT, ci evita la possibilità di mostruosità. Io dico: non voglio mai essere intubato perché voglio vivere la vita che mi piace, ma magari mi punge un calabrone, ho uno shock anafilattico, se non mi fanno immediatamente una tracheotomia, io muoio soffocato e invece se mi curano tre giorni dopo sto bene.

R. - Un altro punto fondamentale della legge che ancora non abbiamo affrontato in aula è quello che riguarda il momento in cui diventeranno operative queste DAT, perché che cosa vuol dire perdere la capacità di intendere e volere? Immagino una persona che sviene, una persona che ha un incidente che in qualche modo entra in uno stato di coma transeunte da cui uscirà come ne escono tante persone… Ci sono mille situazioni che vanno precisate e puntualizzate… Cosa significa dunque che non è capace di intendere e volere?








All the contents on this site are copyrighted ©.