2017-04-07 08:30:00

Francesco e la missione dell'arte nel libro di Rodolfo Papa


“Bisogna avere il coraggio di trovare nuova carne per la trasmissione della Parola”. E’ partendo da questa sfida lanciata da Francesco nell’esortazione Evangelii Gaudium che Rodolfo Papa, pittore e docente di Storia delle teorie estetiche alla Pontificia Università Urbaniana di Roma, ha scritto il libro “Papa Francesco e la missione dell’arte”, edito da Cantagalli. Il testo indaga un ambito, poco conosciuto, ma rilevante del Pontificato in corso e sarà presentato oggi pomeriggio a Roma presso l’Accademia Urbana delle Arti. Paolo Ondarza ne ha parlato con il prof. Papa:

R. – Abbiamo pensato con l’editore che potesse essere un tema interessante perché, di fatto, tutto quello che il Papa dice e scrive in questi anni di Pontificato sull’arte non è stato mai sottolineato. Quindi abbiamo pensato di dare un taglio a questo tipo di libro in modo tale da far conoscere il pensiero del Papa sull’arte, sulla missionarietà dell’arte e anche in continuità con quello che sta facendo rispetto ai Pontificati precedenti.

D. - Papa Francesco è il Papa degli ultimi, delle periferie, dei poveri, il Papa della misericordia. Tutte tematiche, queste, molto attinenti con il tema dell’arte ..

R. - Si perché l’arte è uno strumento efficace proprio per arrivare agli ultimi, per parlare di misericordia, per dire il catechismo, perché di fatto questo è il primo compito dell’arte, cioè quello catechetico. Poi c’è anche la possibilità di contemplare, di meditare attraverso l’arte e nello stesso tempo di arrivare a pregare anche attraverso le devozioni, tutti temi che il Santo Padre ha cari proprio per arrivare a dire le cose importanti agli ultimi e a quelli che sono nelle periferie delle nostre città.

D. - Il Magistero di Papa Francesco in materia di arte si pone in continuità con quanti lo hanno preceduto alla successione di Pietro …

R. - Sì, il libro poi tratta in principal modo proprio di questo, cioè faccio vedere che tutto ciò che dice Benedetto XVI è esattamente sulla stessa linea di ciò che dice Papa Francesco. La prova l’abbiamo su alcune Encicliche, l’abbiamo su alcune esortazioni apostoliche, su tanti discorsi fatti … Questo è estremamente interessante, proprio perché la continuità tra questi due Pontificati credo che sia uno degli elementi principali da sottolineare e risottolineare in continuazione. E l’arte è uno dei trait d'union principale.

D. - E perché occorre coraggio "per trovare nuova carne" per la trasmissione della Parola?

R. - Questo è quello che lui scrive nell’Esortazione apostolica post-sinodale proprio, credo, per ridare uno slancio, un po’ come fece Giovanni Paolo II e come ha fatto anche Benedetto XVI, per tentare di richiamare gli artisti al servizio della Chiesa, cioè fare in modo che gli artisti riescano a ridare la carne alla Parola, a entusiasmarsi nuovamente nel mettersi al servizio della Chiesa. E quindi ci vuole coraggio in un mondo come quello di oggi dove gli artisti sono tirati verso altre cose, altri temi e altre questioni.

D. – Professore, ci sono artisti oggi che hanno questo coraggio?

R. - Non mancano gli artisti, anzi posso dire, posso affermare, girando un po’ come mi capita spesso per l’Italia e per l’Europa, che ho trovato tantissimi bravissimi artisti, tantissimi artisti di fede. In copertina, nel libro ne abbiamo una quindicina tra quelli che hanno fatto le cose maggiori almeno negli ultimi dieci anni, ma oltre a loro ce ne sono almeno altri dieci, venti, trenta di grandissimo livello con grande preparazione teologica, perché è questo quello che fa la differenza, e quel coraggio sta anche nell’avere la preparazione teologica - “Intingere il pennello nelle parole della Bibbia”, avrebbe detto Chagall proprio per trovare una nuova carne adatta ai tempi di oggi. Questo non significa fare cose strane o astruse, ma proprio con il gusto della nostra contemporaneità, cioè il figurativo, perché ormai l’arte che i giovani apprezzano è nuovamente questa, riuscire a dire “Cristo” in tutti i continenti.

D. - Quindi nel bagaglio culturale dell’artista di arte sacra non solo tecnica, ma anche formazione, ascolto, preparazione sul magistero delle Chiesa, sul Vangelo, sulla Liturgia. Lei al termine del suo libro lei lancia una proposta …

R. - Sì, l’arte come strumento fondamentale di formazione non solo del clero, ma anche per gli artisti e i laici. L’arte è e deve ritrovare una dimensione di formazione e di educazione. Del resto, insieme ad altri colleghi abbiamo aperto dodici anni fa un’associazione – l’Accademia Urbana delle Arti – per la formazione dei laici e non solo, alla conoscenza dell’arte, come strumento di formazione efficace.








All the contents on this site are copyrighted ©.