2017-04-05 11:04:00

Papa a delegazione musulmana: il lavoro più importante è ascoltarci


Prima dell’udienza generale il Papa ha ricevuto nell’Auletta dell’Aula Paolo VI in Vaticano, una delegazione di Leader musulmani della Gran Bretagna, presenti a Roma in occasione di un incontro sui temi dell'integrazione, educazione e violenza. Ad accompagnarli l’arcivescovo di Westminster, il cardinale Vincent Nichols, che ha portato il suo saluto al Papa dopo una breve introduzione del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Nel suo intervento Francesco ha sottolineato l’importanza dell’ascolto. Il servizio di Adriana Masotti:

Il cardinale Nichols presenta al Papa i quattro leader della comunità musulmana nel Regno Unito che fanno parte della Delegazione: due appartengono alla comunità sciita e due di quella sunnita. E spiega che essi lavorano costantemente, da tempo, per la causa della pace e del dialogo interreligioso. L’esempio e la guida del Papa è un grande esempio per tutti. Il porporato ringrazia poi Francesco per il messaggio inviato al suo Paese dopo l’attentato di Westminster: “Questo periodo, afferma il cardinale Nichols, rappresenta per noi un’ulteriore sfida, ma lo vediamo anche come un’opportunità per fare in modo che le nostre voci, unite, siano ascoltate per l’unità del Paese, per la pace, per la fiducia in Dio”.

Il Papa dice la sua gioia per questo incontro e poi:

"A me piace pensare che il lavoro più importante che noi dobbiamo fare oggi fra noi, nell’umanità, è il lavoro 'dell’orecchio': ascoltarci. Ascoltarci, senza fretta di dare la risposta".

Bisogna saper accogliere la parola dei fratelli e dare la nostra - prosegue il Papa - perché la capacità di ascolto è tanto importante. E dice che quando le persone hanno questa capacità di ascolto, parlano con un tono basso, non gridano:

"Tra fratelli, tutti noi dobbiamo parlare, ascoltarci e parlare adagio, tranquilli, cercare insieme la strada. E quando si ascolta e si parla, già si è sulla strada".

Al termine dell’udienza il collega della redazione francese Cyprien Viet ha intervistato il card. Tauran che aveva introdotto l’incontro:

"Il Santo Padre ha insistito sulla necessità dell’ascolto. Prima di entrare in merito al dialogo interreligioso è importante ascoltare. Poi, durante la nostra seduta di lavoro, abbiamo rilevato le tre sfide che dobbiamo affrontare. La sfida dell’identità: non si può dialogare sulle religioni se non si ha una chiara percezione della propria fede: il dialogo interreligioso comincia sempre con la professione della propria fede. Poi c’è la sfida dell’alterità, cioè l’altro che non crede come me, che non vive come me, non è necessariamente un nemico ma un fratello che come me va sulla strada che va verso Dio. E poi la sfida della sincerità: il dialogo interreligioso non è una strategia ma è una pratica religiosa dell’uomo di fronte a Dio e di fronte ai suoi compagni nell’umanità perchè siamo tutti pellegrini verso la verità."

 








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