2017-04-02 09:01:00

Venezuela: reintegrato Parlamento, ma è crisi umanitaria


Per il Parlamento del Venezuela, controllato dal 2015 dall’opposizione di centro destra al presidente Nicolas Maduro, è “insufficiente” l’annullamento da parte della Corte suprema di Caracas delle sentenze con le quali aveva esautorato la stessa Assemblea e abolito l'immunità parlamentare dei deputati. In una nota, i vescovi avevano denunciato il rischio di cadere in una dittatura, ipotizzando il ricorso alla disobbedienza civile. Assistiamo a una lotta per il potere - avevano scritto i presuli - mentre nel Paese c’è tanta gente che non ha cibo né medicine. La situazione umanitaria è gravissima: un’emergenza che non è di oggi, spiega la segretaria dell’Associazione Latinoamericana Italia (Ali), Ingrid Dussi, che richiama l’attenzione su una popolazione sfinita dalle malattie e dalla fame. Eugenio Murrali l’ha intervistata:

R. – Finché il governo venezuelano non dichiarerà un’emergenza umanitaria, sia sanitaria sia alimentare, non sarà possibile per le grandi organizzazioni internazionali - Amnesty International, Medici senza frontiere, Caritas, Croce Rossa - di intervenire.

D. – Da un punto di vista pratico, quali sono le medicine più urgenti, qual è la situazione? E’ difficile trovare anche l’aspirina a quanto pare…

R. – C’è stato un aumento di malattie infettive: la malaria, la chikungunya e tante medicine mancano. Manca tutto: non posso fare una classifica di quale sia il farmaco che manca di più. Noi, con il progetto “Ali per Venezuela”, raccogliamo le donazioni che molto generosamente in Italia riusciamo ad avere, mandiamo in Venezuela le medicine con spese molto elevate, perché ogni kg di medicine che noi spediamo ci costa 8 euro, non riusciamo a spedire tutti i farmaci che necessitano di refrigerazione: non riusciamo a mandare antitumorali, anche perché di quelli ne riceviamo pochi come donazione. Per cui io direi che l’emergenza più grave, più importante in questo momento, è la possibilità di aprire un canale che ci permetta di mandare in Venezuela antitumorali e soprattutto insulina per i diabetici.

D. – Quanto sono importanti i venezuelani all’estero in questo momento, per aiutare le persone che sono sul territorio?

R. – Sono importantissimi. Chi è potuto uscire significa che in questo momento sta spedendo farmaci, ma soprattutto generi alimentari. Dal punto di vista delle famiglie, queste sono divise, sono distrutte. Parlo ovviamente della classe media, mentre invece la povera gente - posso dirlo - è proprio nella miseria più nera. E c'è chi delinque.

D. – Conosce lei persone che inviano aiuti alimentari?

R. – Io stessa, tutti noi, tutti volontari della nostra associazione, che conta 100 persone in questo momento, in 27 città d’Italia, tutti noi spediamo cibo alle nostre famiglie. Olio, pasta, riso, tonno in scatola, formaggini… Noi spediamo perfino la farina di mais che adesso viene prodotta anche negli Stati Uniti: un kg di farina di mais precotta per fare l’arepa, che è la nostra polenta, che noi usiamo al posto del pane, che è l’alimento-base del venezuelano, fa questo giro: dalla California all’Italia e dall’Italia in Venezuela. Ma chi non ha nessuno all’estero, non so che cosa faccia. Si parla del 73% della popolazione venezuelana che in due anni ha perso, in media, nove kg di peso…

D. – E c’è anche un vero e proprio mercato nero alimentare …

R. – Il mercato nero alimentare esiste già da sette-otto anni, perché la gente dovrebbe fare la fila nei mercati popolari del governo: sono file di chilometri. Molta gente non la vuole fare, perché molti dicono: o vado a lavorare o vado a fare la fila. Soprattutto perché quando arriva il tuo turno, tu non trovi quello che speravi di trovare e ti tocca riportare a casa un deodorante, quando volevi andare a comprare la farina o un pacco di pasta. Queste file sono state poi ritenute anche abbastanza pericolose dal governo, tant’è che hanno istituito la distribuzione - a pagamento, ovviamente - di sportine alla popolazione, tramite tesseramento. Per cui adesso ci sono queste sportine che vengono confezionate altrove, con cibo che proviene dal Messico - mi pare che vengano confezionate a Panama - con pericolo di adulterazione. Per cui, chi può compra al mercato nero. Però, molto spesso, a prezzi improponibili: improponibili!

D. – C’è anche contraffazione di farmaci…

R. – Riescono a vendere farmaci con capsule completamente vuote, oppure con contenuto che non corrisponde a quanto dichiarato sulla confezione. Non credo che la situazione potrebbe essere peggiore di quella che sto descrivendo ora. Non riesco ad immaginare come potrebbe esserci un peggioramento di questa situazione.








All the contents on this site are copyrighted ©.