2017-03-31 11:30:00

Venezuela: esautorato il Parlamento, pieni poteri a Maduro


Dure critiche della comunità internazionale alla decisione del Tribunale supremo di giustizia del Venezuela di assumere i poteri dell’Assemblea nazionale, controllata dall'opposizione. Il servizio di Giada Aquilino:

Onu, Unione Europea, Organizzazione degli Stati Americani e poi Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, Colombia, Cile, Messico, Spagna. Si allunga la lista delle condanne internazionali alla decisione dell’alta corte di Caracas che di fatto ha esautorato il Parlamento, consegnando al governo di Nicolas Maduro il pieno controllo anche del potere legislativo. Maurizio Stefanini, profondo conoscitore delle dinamiche venezuelane:

“Tutte le leggi votate dall’Assemblea nazionale, dal momento in cui l’opposizione ha conquistato la maggioranza, sono state cassate dallo stesso Tribunale. Finora era successo volta per volta, dando comunque ampi poteri al governo. Quindi adesso la corte ha formalizzato una situazione di fatto che già andava avanti. Teniamo conto che prima che si insediasse l’Assemblea nazionale, il presidente aveva nominato un nuovo Tribunale supremo di giustizia in modo da poter essere appoggiato in questo scontro che stava preparando”.

Il Tribunale supremo di giustizia ha motivato l’atto con la persistenza di una situazione di “ribellione” in seno al Parlamento, in mano all’opposizione che ha vinto le legislative di fine 2015. Il presidente dell’Assemblea nazionale, Julio Borges, ha parlato di “colpo di Stato”, così come tutto il fronte che contesta Maduro e che ha chiamato alla protesta popolare contro ciò che ha definito un “golpe”. L’analisi di Stefanini:

“E’ tutta una situazione in divenire: di fatto l’assemblea nazionale era già stata esautorata ma continuava a funzionare. Quindi, c’è tutta una situazione piuttosto caotica nella quale comunque la situazione del Paese continua a peggiorare. Perché il Venezuela addirittura in questo momento sta importando benzina! Poi mancano medicine. Tre quarti dei venezuelani non riescono a mangiare tre volte al giorno. Ciò che è successo è un tassello ulteriore in un quadro di caos generalizzato. D’altra parte teniamo conto del fatto che si sarebbe dovuto votare a fine anno per le elezioni amministrative, ma sono state rinviate sine die.

Al fianco delle autorità di Caracas si è schierata la Bolivia di Evo Morales, ma cresce la preoccupazione della comunità internazionale per i venezuelani, come spiega Stefanini:

“Se non si permette alla gente di votare, non solo questa va in piazza ma c’è anche il rischio di un’esplosione della crisi”.








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