2017-03-27 12:48:00

Vescovi messicani: silenzio su aborto, rende complici


Il silenzio di fronte alla soppressione della vita nascente ci rende complici del crimine dell’aborto. Così in sintesi i vescovi messicani in un comunicato diffuso in occasione della Giornata della Vita che, a livello nazionale, si è celebrata lo scorso 25 marzo, solennità dell’Annunciazione. “La vita non è un bene che ci siamo dati, ma un dono che abbiamo ricevuto” – si legge nel testo a firma di mons. Francisco Javier Chavolla Ramos, vescovo di Toluca e responsabile della Commissione Episcopale per la Vita: “nessuno può violare l’integrità di un altro essere umano; né a scopo di ricerca, ne’ perché anziano, disabile, malato, incapace di intendere e volere o migrante”.

Ideologia contro la famiglia e confusione antiumana
“Oggi in Messico sono molte le minacce nei confronti della vita familiare” finalizzate a cambiare per via legale il volto e la dignità della matrimonio, il rispetto della vita e l’identità della famiglia. Nella società attuale “l’ideologia del rispetto degli animali è vissuta come responsabilità, mentre dare la morte ad un nascituro viene concepito come un diritto”. “Una confusione antiumana e criminale – è la denuncia – sta permeando in tutto il Paese e oggi in Messico migliaia di bambini non nati vengono uccisi".

Il silenzio ci rende complici del crimine dell’aborto
Forte il richiamo ai pastori, ai credenti e ai cittadini: queste sfide ci interpellano, “abbiamo una seria responsabilità umana e sociale”. “Le parole dell’angelo a Maria, “non temere”, ci ricordano di difendere la vita senza paura”. “Il tempo di Quaresima – è l’auspicio – sia occasione per correggere i nostri errori, primo fra tutti il silenzio che ci rende complici del crimine dell’aborto”. L’invito è a chiedere perdono ai tanti esseri umani soppressi con l’aborto: “con il nostro silenzio abbiamo contribuito alla loro morte”.  (A cura di Paolo Ondarza)








All the contents on this site are copyrighted ©.