2017-03-26 00:21:00

Card. Zenari: chi non crede all'inferno venga in Siria, basta violenza


“Non ci sono parole per descrivere la sofferenza del popolo siriano”. Così il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, dopo la Santa Messa che si è tenuta ieri, per la presa di possesso della parrocchia romana di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci. C'era per noi Massimiliano Menichetti:

La preghiera e l’emozione si sono fuse nella parrocchia settecentesca di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci, la più vicina al Vaticano, per la presa di possesso da parte del cardinale Mario Zenari. Il porporato, nella sua omelia, ha esortato a vivere “con umiltà” ad essere “figli della luce” a contrastare “l’indifferenza”, “l’apparenza” vivendo con il cuore e gli occhi orientati a Cristo: così da apprezzare “il dono della vita”, “degli affetti” ed essere capaci di accorgersi degli altri e di come gli altri ci amano. Poi il pensiero, la “compassione” del nunzio, come il “grido di compassione di Gesù”,  è andata alla martoriata Siria, dilaniata da sei anni di guerra senza regole:

"400 mila morti; due milioni di feriti, tra cui molti mutilati; circa cinque milioni di rifugiati nei Paesi fuori della Siria; più di sei milioni di sfollati interni; più di 600 mila assediati senza possibilità di accesso agli aiuti umanitari. Migliaia di bambini morti sotto i bombardamenti: feriti, mutilati, lacerati nel corpo e nello spirito. Una vera e propria strage degli innocenti". 

“Il Papa è costantemente informato su quello che accade in Siria - ha detto dopo la celebrazione, sollecitato dai giornalisti - lui vorrebbe venire", ma questo metterebbe tutti in pericolo:

"Lui è pronto a venire, ma la questione è che non può se non c'è un minimo di sicurezza sia per lui e soprattutto per la gente, perché se viene il Papa in Siria non può rimanere nella nunziatura: deve incontrare la gente, deve incontrare delle folle. E vediamo anche a Damasco cosa sta succedendo con i kamikaze! E il Papa non può assumersi questa responsabilità se succede un incidente del genere. Bisogna dirgli di attendere un po', appunto per la sicurezza di tutti, non solo sua, ma dei fedeli. Perché quello che vediamo, quest'esplosione dei kamikaze: 70, 40 morti...Un bagno di sangue..."

"Non so descrivere queste atrocità", ha proseguito:

"Chi ne va di mezzo è la gente semplice, la gente innocente: civili: donne, bambini. Veramente è una guerra orribile, orribile! Io dico sempre: 'Chi non crede nell'Inferno, basta che venga lì e si renderà conto di che cos'è l'inferno'".

Il cardinale ha poi esortato la comunità internazionale a maggiori sforzi per realizzare la pace nel Paese ed aiutare la popolazione, e sollecitato l’opinione pubblica ad esercitare pressione sui governi:

"L'opinione pubblica deve far pressione sui vari governi, perché un grosso pericolo è che questi drammi vengano a poco a poco dimenticati". 

Parlando poi del ponte creatosi con la presa di possesso della parrocchia, dei Trinitari, di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci, ha ribadito la consapevolezza che le preghiere di questa comunità accompagneranno il suo cammino e quello del popolo siriano.

“Un grande dono per tutta la comunità e per tutto l’Ordine Trinitario”. Così, padre Giovanni Martire Savina, parroco della parrocchia di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci, per la presa di possesso da parte del cardinale, nunzio apostolico in Siria, Mario Zenari. Tanta anche la gioia dei fedeli. Massimiliano Menichetti ha intervistato lo stesso padre Giovanni:

R. – Ho ricevuto questa nomina del cardinale Zenari come un dono di Dio Trinità. Noi trinitari portiamo avanti la presenza in questa parrocchia dal 1721, da quando è stato creato questo collegio per la formazione dei religiosi alla missione a gloria della Trinità e la redenzione degli schiavi cristiani in pericolo di perdere la fede. Entrare quindi in contatto con il cardinale nunzio apostolico in Siria, dove la persecuzione dei cristiani è in atto, dove tantissimi cristiani soffrono a causa dell’indifferenza, veramente ci pone in questo contesto di lode e gloria alla Trinità perché possiamo essere vicini alla Siria con la preghiera, ma anche con gesti concreti, di solidarietà e fraternità cristiana.

D. – Già sono state avviate iniziative di collegamento, di ponte con la Siria …

R. – Già noi abbiamo, a livello di Ordine, un organismo che si chiama “Sit” – Solidarietà internazionale trinitaria. In ogni provincia che forma l’Ordine c’è sempre un “Sit” nazionale dove vengono convogliate le offerte delle diverse case o raccolte volontarie, in modo da sostenere i progetti di ricostruzione per la Siria, in questo momento. Come parrocchia abbiamo fatto un piccolo gesto: una colletta per poter contribuire, collaborare a questo grande mare di sofferenze e di distruzione degli animi e delle case, delle strutture che c’è attualmente in Siria. Una piccola goccia nell’oceano della sofferenza, però sempre un gesto per non globalizzare l’indifferenza da parte nostra, come parrocchiani, come uomini e cristiani. Naturalmente come Trinitari sempre abbiamo la preghiera particolare per i perseguitati a causa della fede; come parrocchia ogni giorno, da lunedì a venerdì, dalle 7 fino alle 10, abbiamo l’adorazione eucaristica per pregare particolarmente per questi nostri fratelli siriani. Ecco: questo noi vogliamo fare. Essere vicini con la preghiera, come parrocchia ma anche come Ordine della Santissima Trinità e degli Schiavi.

D. – Si consolida un ponte che già i Trinitari hanno con la Siria e nasce un ponte da Santa Maria delle Grazie alle Fornaci verso la Siria …

R. – Certamente questo è un dono prezioso di Dio che ci responsabilizza ancora di più come parrocchia e come Trinitari, a essere molto più vicini a questo mondo della sofferenza dei cristiani verso i perseguitati. Questo ci obbliga a non restare ai margini di questo cammino verso la sofferenza umana e, in particolare, dei cristiani della zona del Medio Oriente.

Tanta la volontà d’impegno per la Siria tra i parrocchiani di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci:

R. – E’ stata una gioia, una sorpresa così grande, un dono dello Spirito Santo …

R. – E’ un incoraggiamento per tutti, per essere più ferventi. Consegniamo la nostra comunità per la sua guida.

R. – Penso che sia un aiuto, una provvidenza per la parrocchia – oltre che un onore. E poi, quello che stimiamo è il fatto che lui sia nunzio in Siria e la Siria sappiamo in che condizioni è. Noi pensiamo che la venuta di questo nostro cardinale come titolare possa attivare delle sinergie tra noi e lui, in Siria.

R. – Venendo dalla Siria ci dà un messaggio di speranza per quel popolo così martoriato. Quindi noi preghiamo per lui e per quel popolo che sta soffrendo così tanto.








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