2017-03-24 15:00:00

La visita del Papa a Milano: l'attesa dei giovani


Domani il Papa si reca a Milano: una visita pastorale molto intensa. Inizierà dal quartiere popolare delle Case Bianche, per poi incontrare in Duomo i sacerdoti e i religiosi. Quindi sarà tra i detenuti del Carcere di San Vittore. Dopo la Messa nel Parco di Monza, l’incontro conclusivo con i ragazzi cresimati allo Stadio Meazza. Qui saranno in 80 mila a partecipare a questo festoso appuntamento con il Papa. Come viene vissuta questa attesa dai giovani? Uno dei nostri inviati, Alessandro Guarasci, ha sentito don Samuele Marelli, responsabile della pastorale giovanile della diocesi di Milano:

R. - Credo che l’incontro sarà una grande sorpresa per Papa Francesco. I ragazzi che si stanno preparando a ricevere il Sacramento della Cresima stanno facendo un cammino che quest’anno abbiamo intitolato “Con la gioia dello Spirito”. Abbiamo accolto l’invito dell’arcivescovo a prepararci alla visita del Papa con un approfondimento dell’Evangelii gaudium, in particolare del tema della gioia che è uno dei frutti dello Spirito Santo, collegato anche al tema della giornata che è quello dell’Annunciazione, proprio il 25 marzo, il giorno in cui il Papa viene a Milano.

D. – Come stanno percependo i giovani in questo momento l’attesa per l’arrivo del Papa?

R. - Sono ragazzi giovanissimi quelli che ricevono la Cresima nella Diocesi di Milano. Per la prima volta fanno l’esperienza della bellezza e della grandezza della Chiesa e della Chiesa universale rappresentata da Papa Francesco. Sarà una grande festa di preghiera, di colori, di danze, di musiche ma soprattutto una festa di fede, una festa di Chiesa.

D. – Lei vede un rinnovato approccio alla fede da parte dei giovani milanesi?

R. – Certamente. Il fatto di credere per un giovane oggi è meno scontato, meno ovvio ma ci sono risorse incredibili che i giovani sanno mettere in campo di fronte a queste difficoltà… Quindi un approccio alla fede meno scontato, più “variopinto”, che cerca strade nuove, ma un approccio alla fede che laddove riesce a farsi strada nelle difficoltà della vita ha un’autenticità e una freschezza del tutto nuove.

D. – Insomma, i giovani non sono solo social media o social network ma ricercano anche una propria interiorità...

R – Assolutamente, sì. Noi abbiamo l’esperienza degli oratori che è il tentativo di impastare la fede con la vita. In Diocesi abbiamo presenti più di 1000 oratori e l’oratorio è proprio lo strumento della pastorale giovanile che aiuta i giovani a introdursi alla vita di fede.

D. - Quanto è presente l’attività caritativa tra i giovani che frequentano le parrocchie a Milano?

R. - Direi che è molto presente. Molti giovani vivono un servizio ecclesiale. Molti lo vivono nel servizio dell’annuncio in particolare in oratorio come animatori, educatori, ma gli oratori propongono anche servizi caritativi. Tra l’altro, anche durante l’incontro di Papa Francesco non ci dimenticheremo di questa dimensione caritativa perché i partecipanti, uscendo, raccoglieranno delle offerte per sostenere la Diocesi di Rieti così duramente provata dal terremoto, gemellata con la Diocesi di Milano, in particolare per una casa a servizio dell’educazione e della gioventù.

Su questa visita del Papa un altro dei nostri inviati, Luca Collodi, ha raccolto il commento di mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, che proprio a Milano è stato ordinato sacerdote nel 1987 dal card. Carlo Maria Martini:

R. – Il Papa va in una Chiesa, in una città dove inizia dalla periferia a guardare il centro: inizia cioè dalle Case Minime, da una zona vicino Linate dove ci sono case popolari e anche campi rom. Come ha detto Papa Francesco in altre occasioni, è dalla periferia che si vede meglio il centro.

D. – Milano è una città che produce ricchezza. Finanza e attenzione per gli ultimi sono compatibili?

R. – L’arcidiocesi di Milano è sempre stata una grande città capace di accoglienza e di solidarietà. Ci sono esperimenti, laboratori di condomini solidali; penso ad esempio, al Refettorio ambrosiano, a tutta una serie di iniziative – sia in ambito cattolico, sia in area laica – che davvero fanno della solidarietà e dell’accoglienza la cifra della loro presenza in quel territorio. Siamo anche eredi di una grande stagione – penso, ad esempio, al cardinal Martini, a quella del cardinal Tettamanzi, anche alla capacità di dialogo con il mondo islamico che ha portato il cardinale Scola. E’ certamente una città, una diocesi molto produttiva, pragmatica: pensiamo soprattutto a tutta la parte varesina e brianzola della diocesi, con gente abituata ad alzarsi presto, ad andare a lavorare, a risparmiare, a investire sul futuro; ma con un grande cuore. Senza dimenticare l’esperienza dei missionari. Quanti missionari sono in giro per il mondo, che vengono, appunto, proprio dalla diocesi di Milano…

D. – In che modo possiamo prepararci alla visita milanese del Papa ?

R. – Certamente con la preghiera, perché poi i frutti saranno spirituali. Perché la Chiesa sappia accogliere le indicazioni del Pontefice e perché il Papa possa vivere questo viaggio come un viaggio apostolico, come il Successore di Pietro che conferma nella fede. E poi, credo, con il grande entusiasmo che già si percepisce in queste ore, in questi giorni: c’è questa rincorsa dell’ultimo momento per essere presenti. La Messa si celebra nel Parco di Monza, una distesa enorme di verde. La parrocchia è quella di Vedano al Lambro, che ha un Santo protettore che è Santo Stefano Protomartire. Per dire come la nostra esperienza di fede sia un’esperienza del martirio, della testimonianza; e sempre nella parrocchia di Vedano al Lambro c’è una chiesa, il santuario della “Madonna della Misericordia”: testimonianza del Vangelo con l’impegno di vivere secondo la Misericordia, che è il nome di Dio. Credo che siano le due cose che vorremmo vivere quando il Papa arriva nella nostra diocesi di Milano.








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