Dopo quasi un anno di lavori, è stata riaperta ieri a Gerusalemme l'edicola che custodisce la Tomba di Gesù all'interno del Santo Sepolcro nella città vecchia. L’opera di restauro ha permesso di dare nuova solidità all’edificio. L'Edicola era stata costruita dopo l'incendio del 1808 che aveva distrutto la struttura precedente. Nel 1927 era stata danneggiata da un forte terremoto. La storia plurisecolare dell’Edicola è stata, negli anni, duramente messa a rischio da vari fattori, tra cui l’ umidità e il fumo delle candele. Dopo il restauro, la tomba di Cristo è riapparsa nel suo antico splendore.
Edicola riaperta dopo una cerimonia ecumenica
La fine dei lavori è stata suggellata, ieri, da una cerimonia ecumenica. Al rito hanno
partecipato importanti autorità politiche e religiose. Mons. Giuseppe Lazzarotto,
Delegato Apostolico a Gerusalemme, ha letto il messaggio del cardinale Leonardo Sandri,
prefetto della Congregazione per le Chiese orientali. “A nome del Santo Padre Francesco
– ha scritto il prefetto - vorrei esprimere la fraterna riconoscenza alle varie Chiese
che custodiscono con amore questo santuario per la testimonianza di fede, di dialogo
e di rispetto, come pure ai Paesi che hanno contribuito al restauro”.
Il card. Sandri: questo sepolcro infonde coraggio
“È molto apprezzabile – ha sottolineato il porporato - la collaborazione e la generosità
dei responsabili dei Paesi della Terra Santa, del Medio Oriente e del mondo intero
per il restauro di questo Luogo venerato da tutti i cristiani. “Da oltre 2000 anni
– ha aggiunto il cardinale Sandri - i fedeli si recano a Gerusalemme, per inginocchiarsi
davanti alla tomba vuota, dove è stato deposto il corpo di Gesù, e venire così confermati
nella fede”. “La tomba della morte è diventata il grembo della vita”. “Questo luogo
santo – si legge nel messaggio - illumina i cuori e la vita di milioni di pellegrini
provenienti da ogni dove e li invita a vivere con speranza tra le molte sofferenze
e dolori”. Insieme, la celebrazione quotidiana, nei diversi riti, presso la roccia
di questo sepolcro vuoto infonde sempre nuovo coraggio alle popolazioni cristiane
del Vicino e Medio Oriente”.
Padre Patton: opera di restauro grazie a relazioni fraterne
“Il sepolcro vuoto - ha detto il Custode di Terra Santa padre Francesco Patton - è
il luogo dove anche fisicamente è iniziata una nuova creazione, un mondo nuovo nell’istante
di luce in cui Gesù è risorto”. “L’aver potuto realizzare i lavori di conservazione,
restauro e riabilitazione dell’Edicola del Santo Sepolcro grazie alla collaborazione
delle nostre tre comunità ha anche un valore ulteriore: è il segno di una importante
crescita di relazioni fraterne tra di noi e tra le nostre comunità, all’insegna della
fiducia reciproca e della collaborazione”.
Il Patriarca Teophilo III: unità di intenti segno di speranza
Il Patriarca greco ortodosso Teophilo III ha sottolineato il significato ecumenico
della celebrazione, affermando che le chiese hanno dimostrato di condividere la stessa
unità di intenti. “Questa unità di intenti – ha detto - è un segno di speranza per
le generazioni future”. Il Patriarca ha sottolineato che “non è solo un regalo fatto
alla Terra Santa, è un regalo al mondo intero".
Il vescovo armeno Manougian: agire secondo il comandamento dell'amore di
Gesù
Il vescovo armeno Nourhan Manougian ha parlato anche della necessità di agire secondo
il comandamento dell'amore di Gesù. Il vescovo armeno ha poi chiesto al patriarca
greco-ortodosso e al custode di Terra Santa di considerare la possibilità di concedere
anche a tutte le cinque Chiese presenti in Terra Santa di celebrare all'interno del
Santo Sepolcro. È giunto inotlre un messaggio dal Patriarca di tutti gli armeni Garegin
II: “L'unità delle Chiese nelle attività di restauro – si legge nel documento - è
una significativa testimonianza della solidarietà e della collaborazione, in accordo
con il comandamento dell'amore cristiano dell'unità”. (A cura di Amedeo Lomonaco)
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