2017-03-15 14:40:00

Pakistan: al via censimento, cruciale per le minoranze religiose


Al via in Pakistan il primo censimento nazionale della popolazione, a circa due decenni dalle ultime operazioni di raccolta dati. La prima fase è partita stamani tra imponenti misure di sicurezza in 63 distretti del Paese asiatico. Il servizio di Giada Aquilino:

Le stime parlano di 200 milioni di abitanti, ma il Pakistan non conteggiava ufficialmente la propria popolazione da 19 anni. L’ultimo censimento nel 1998 parlò di oltre 134 milioni di pakistani. Da oggi e fino al 24 maggio il Paese è interessato dalle due fasi del nuovo censimento, i cui risultati sono attesi non prima di luglio. Le schede stampate sono 55 milioni, mentre 300 mila sono le persone mobilitate per le operazioni, tra cui anche 44 mila militari. Per la prima volta, saranno conteggiati i transessuali, categoria storicamente perseguitata. L’appuntamento è cruciale per le conseguenze politiche che porteranno i cambiamenti demografici, ma anche per gli aspetti che riguardano le minoranze religiose locali. Sentiamo Paul Bhatti, ex ministro federale pakistano per l’Armonia nazionale e fratello del ministro cattolico Shahbaz Bhatti ucciso nel 2011 da un estremista islamico:

R. – Il censimento ha grande importanza perché da tantissimi anni non sappiamo il numero totale della nostra popolazione. E per le minoranze è ancora più importante perché non si sa quanti siano i cristiani, gli indù e gli appartenenti ad altre minoranze. Questa importanza aumenta per noi in quanto il numero dei seggi in Parlamento si accorda alla percentuale degli appartenenti alle minoranze in Pakistan, perciò se questo censimento verrà fatto in maniera corretta noi pensiamo che la percentuale attribuibile alle minoranze dovrebbe superare il 5%: adesso, attualmente, dai dati ufficiali è pari al 2,7%. Quando ero al governo, ho proposto di aumentare in Parlamento il numero dei seggi attribuiti alle minoranze, ma la discussione fu sul fatto che non conosciamo esattamente il numero dei cittadini appartenenti alle minoranze. E’ dunque importante sapere con esattezza le cifre della nostra popolazione, in Pakistan.

D. – Perché è vero che nella prima assemblea nazionale, al tempo della fondazione del Pakistan, c’erano 145 seggi, tra i quali 10 riservati alle minoranze, e oggi i seggi sono 342, ma per le minoranze rimangono 10?

R. – E’ vero. Questo è il fatto: io avevo promosso la richiesta al governo e il gabinetto dei ministri aveva anche accettato di aumentare a 14 il numero dei seggi; poi abbiamo avuto dei problemi per le votazioni a livello di quorum in Parlamento e non sono stati approvati.

D. – I vescovi hanno detto che questo censimento è un passo in avanti per unire tutta la popolazione dei battezzati, senza alcune distinzione di confessione. Perché?

R. – Probabilmente i vescovi pensano che con questo censimento, se tutte le persone di fede cristiana o magari anche di altre fedi risultano iscritte anagraficamente, chiaramente potranno combattere per i loro diritti.

D. – Lei in Pakistan è stato ministro federale per l’Armonia nazionale. In un trentennio ci sono stati centinaia di morti innocenti, tra cui suo fratello Shahbaz. Qual è la situazione attuale per quanto riguarda la persecuzione dei cristiani?

R. – C’è stata una pausa nelle violenze di un mese o due e sembrava che le cose stessero migliorando, però dopo i recenti attacchi a Lahore, Peshawar e Quetta ci siamo tutti preoccupati che fossero tornati violenza e terrorismo. E sembrava che i militari avessero una strategia abbastanza forte contro il terrorismo. Ma poi è cambiato il capo dei servizi militari. Però, adesso sembrerebbe che per tutti i partiti politici, i militari, l’attuale governo la priorità nell’agenda sia la lotta al terrorismo, alla violenza. Io credo che ci vorrà un po’ di tempo, ma penso davvero che abbiamo preso la strada giusta e che prima o poi si eliminerà questo terrorismo, si eliminerà questa discriminazione.

D. – Tra le altre cose, le famiglie devono dichiarare anche quanti bagni hanno in casa, se ne hanno uno. Secondo l’Onu, gravi problemi sanitari derivano proprio da ciò. Qual è la situazione?

R. – Questo purtroppo è vero. Tantissima gente nelle zone rurali non ha ancora i bagni. Provi a immaginare una casa di 20 anni fa, in cui vivevano tre persone: adesso ci vivono in 20. Le risorse sono limitate, però la popolazione è aumentata. Ed il 70 per cento della popolazione pakistana non ha realmente acqua potabile.








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