2017-03-10 12:19:00

Pro-family: sentenza su adozioni gay aggira legge italiana


“Il Parlamento italiano non è più sovrano”. Così il giurista Alberto Gambino, presidente dell’associazione Scienza e Vita, sulla sentenza del tribunale di Firenze che ha riconosciuto l’adozione di due bambini, precedentemente avvenuta in Gran Bretagna, da parte di una coppia omosessuale italiana che viveva all’estero. Sulla stella linea il presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli e promotore del Family Day, Massimo Gandolfini, che ribadisce: “Questo è l'ennesimo stravolgimento dell’ordinamento italiano sulle adozioni”. Il servizio di Massimiliano Menichetti:

Non era mai successo in Italia. Ieri, il Tribunale dei minori di Firenze ha riconosciuto l’adozione di due fratellini, avvenuta in Gran Bretagna, da parte di una coppia omosessuale, due uomini, di nazionalità italiana vissuti all’estero. I piccoli, dunque, ora sono italiani ed hanno due papà. Il prof. Alberto Gambino presidente di Scienza e Vita:

R. - Nel momento in cui due italiani, nel caso specifico sono due uomini, risiedono all’estero per un paio d’anni e in base a quella legislazione, adottano un bambino e poi ritornano in Italia chiedendo il riconoscimento, questo è un modo per non fare applicare la legge italiana, ma surrettiziamente rientrare chiedendo una ratifica di una legge, di un Paese estero. Ora, i giudici in questo caso hanno fatto una valutazione ritenendo che nei principi dell’ordinamento italiano questo sia ammissibile. Non lo è perché in realtà la legge sull’adozione italiana è molto chiara: dice che si può adottare solo se si è una coppia sposata, maschio-femmina, da almeno tre anni.

D. – Da più parti si sottolinea che questa decisione ha in un certo qual modo l’appoggio della Costituzione italiana e della convenzione dell’Aja, ratificata dall’Italia, sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozioni internazionali…

R. – Bisogna fare attenzione perché questa interpretazione fa leva su un interesse formalistico del minore. Cioè, si ritiene che poiché il minore ha dei genitori che formalmente sono quelli dello Stato estero, due genitori maschi, il suo interesse è mantenere questo status. Ma lo status qui è un fatto formale e giuridico, non è sostanziale. Invece la nostra Costituzione valuta le situazioni da un punto di vista sostanziale. Quindi ritiene che in base ad alcuni diritti inviolabili della persona, soprattutto i minori e le persone più fragili, debbano avere in base agli articoli 29, 30, 31 della Carta costituzionale una doppia figura genitoriale, legata il più possibile rispetto a quello che la natura fa e quindi un uomo ed una donna.

D. - Come Scienza e Vita ribadite: “Il nostro Parlamento così non è più sovrano…”

R. - Non è più sovrano perché recentemente c’è stata una legge sulle unioni civili che ha espressamente escluso che ci possa essere adozione per coppie omosessuali. In quel caso era l’adozione del figlio del convivente, quindi addirittura una vicenda più tenue rispetto all’adozione piena. Nel momento in cui i magistrati fanno rientrare dalla finestra delle norme espunte dall’ordinamento italiano, anzi delle norme molto chiare, come la legge sull’adozione che esclude radicalmente un’adozione da parte delle coppie omosessuali, siamo davanti a un giudice che si fa legislatore.

D. – Ma in punto di diritto ormai la decisione è presa?

R. - Sì. Comunque è una decisione di un tribunale, quindi poi vedremo cosa accadrà nei gradi successivi di giudizio e vedremo soprattutto se i giudici di legittimità - penso alla Cassazione a sezioni unite - un giorno valuteranno e ristabiliranno la cogenza di una legge che è molto chiara perché prevede, ripeto, solo l’adozione da parte di coppie spossate di sesso diverso. Direi che a questo punto sia auspicabile che il legislatore, il Parlamento italiano, la classe politica, reagiscano davanti a queste esuberanze della magistratura, perché  altrimenti è come se avessimo un legislatore commissariato.

D. – Molti fautori delle “adozioni omosessuali” sostengono che è urgente una legge in materia”…

R.  – E’ corretto spingere per una legge e non per le decisioni della giurisprudenza. La legge è fatta di maggioranze, di quello che pensano i cittadini attraverso i loro rappresentanti, quindi è tutto da vedere se poi si arriva a una maggioranza parlamentare che consenta anche in Italia - dalla porta, a questo punto, non più dalla finestra - di definire una legge che consenta le adozioni gay. 

“Siamo in presenza di giurisprudenza creativa, che non fa l’interesse del bambino”, ribadisce il presidente del “Comitato Difendiamo i Nostri Figli”, Massimo Gandolfini

R. – Noi ci sentiamo interpellati perché è nell’ossatura del nostro comitato difendere i nostri figli, i bambini. Questo caso è un altro brutto esempio di quella che continuiamo a chiamare “giurisprudenza creativa” in cui un tribunale si permette, di fatto, di sentenziare, senza tenere conto di com’è il diritto positivo in Italia e sinceramente anche senza tenere conto di alcune dichiarazioni fatte del Consiglio d’Europa e dall’Onu in cui si dichiara l’importanza dei ruoli di padre e di madre, maschio e femmina.

D. - Molti ribadiscono: “Adesso si aprirà la strada del turismo per adozioni …”

R. - Il rischio c’è per una serie di ragioni, perché la legge che norma le adozioni in Italia è una legge che è fatta di tanti passaggi per cui è particolarmente difficile e onerosa - lo dico anche per esperienza personale -; ci vuole tanta determinazione per arrivare fino in fondo al percorso che porta alla dichiarazione di idoneità all’adozione. Quindi probabilmente si incrementeranno delle strade più semplici come quelle di potere andare all’estero, e adottare lì perché ci sono legislazioni meno complesse rispetto alla nostra, avendo poi la pressoché garanzia di rientrare in Italia e vedere tutto riconosciuto.

D. - In Italia è vietata – lo ricordiamo - l’adozione a coppie omosessuali …

R. - L’ambiente più vantaggioso per un bambino, per la sua crescita, per il suo sviluppo e per la sua evoluzione è che abbia un rapporto stretto, affettivo, ma anche corporeo, direi biologico, con un papà ed una mamma, quindi con un uomo e con una donna. Questo è il fondamento della nostra legge che, oltre tutto, prende in considerazione soprattutto il benessere del bambino, ovvero il diritto del bambino di avere un padre ed una madre. Ogni altra forma di adozione di tipo omosessuale per quanto ne sappiamo oggi, non rappresenta l’ambiente più vantaggioso per la crescita di un figlio. A questo punto se quello va garantito è il primario diritto del bambino ad aver un padre ed una madre, bisogna garantirgli l’ambiente più vantaggioso che è rappresentato da un uomo e da una donna.

D. - Come “Comitato difendiamo i nostri figli”, cosa farete?

R. - Da una parte pressing sulla Procura della Repubblica perché impugni questa sentenza, ma poi anche una grossa pressione sulla Corte di Cassazione la quale, a sezioni riunite, speriamo dia una parola finalmente chiarificatrice per il comportamenti di tutti i tribunali locali.








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