2017-03-04 14:40:00

Indonesia: minoranze religiose sempre più a rischio violenze


Allarme in Indonesia per le minoranze religiose ed etniche. Nel 2016 violenze e abusi sono aumentati. Lo afferma il Rapporto sulla libertà religiosa nel Paese realizzato e pubblicato dal “Wahid Institute”, centro studi fondato a Giakarta nel 2004, di cui fanno parte ricercatori musulmani. Tra le minoranze colpite anche quelle cristiane. Il servizio di Giancarlo La Vella:

L’Indonesia è il più popoloso Paese del mondo a maggioranza musulmana, con oltre l'86% della popolazione. Sono presenti e riconosciuti dalla Costituzione anche i cristiani, protestanti e cattolici, induisti, buddisti e confuciani. Ma per queste ultime realtà il 2016 è stato un anno difficile. Discriminazioni, violenze e attentati sono in netto aumento rispetto al 2015. Censiti 204 episodi gravi e almeno 313 atti di abuso sulle comunità religiose. Autori delle azioni gruppi estremisti, ma anche, meno gravi ma ugualmente intolleranti, apparati statali e organizzazioni private. Le zone più colpite: Giava occidentale e la provincia di Aceh, nell’isola di Sumatra. Il tutto stride con il clima di reciproco rispetto e di pacifica tolleranza, nel quale in genere vive la popolazione indonesiana. Noi abbiamo raccolto la testimonianza del missionario saveriano a Giakarta, padre Fernando Abis:

R. - Al momento nel nostro territorio siamo in pace, non abbiamo grandi difficoltà. C’è una grande paura, questo sì, soprattutto tra le minoranze etniche come i cinesi. Però il governo di sta muovendo bene; i militari e la polizia stanno facendo un’azione preventiva molto efficace.

D. - Da chi vengono le minacce?

R. - C’è un gruppo che si chiama “Fronte di difesa dell’Islam”, che vorrebbe imporre a tutti l’adesione alla legge islamica e vorrebbe anche che altri gruppi non apparissero in modo manifesto, tanto meno che altri gruppi aspirino alle cariche pubbliche, come l’attuale governatore di Giakarta, che è un protestante cinese. Però bisogna dire che questo movimento è finanziato da gruppi che hanno interessi politici.

D. - È a conoscenza di qualche episodio?

R. – Sì, c’è stato un attentato in una chiesa nell’isola di Celebes, poi giorni fa c’è stata un’esplosione davanti ad un edificio pubblico come segnale di minaccia. In compenso direi che c’è una leadership dell’Islam moderata e in generale i capi religiosi delle varie organizzazioni islamiche sono molto cauti; non appoggiano il fanatismo; capiscono che questa cosa rovina l’Islam stesso.








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