2017-03-04 15:30:00

Bullismo: per sconfiggerlo un movimento di studenti a Lecce


In Italia è nata dal basso la battaglia civile contro il bullismo: un gruppo di adolescenti di una scuola di Lecce ha detto no agli atti di violenza scolastica fondando il movimento "MaBasta". Una iniziativa che, ad opera degli stessi ragazzi, agisce su più fronti, combattendo il fenomeno con la messa in rete di informazioni utili ai diretti interessati, divulgazione e cultura dell'accettazione dell'altro. I particolari da Paola Simonetti:

E' lui il prepotente per definizione contro cui urlano il loro "MaBasta", una protesta che in realtà è anche l'acronimo della loro iniziativa: “Movimento anti-bullismo animato da studenti adolescenti”. Proprio dai ragazzi, sostenuti dal loro professore di informatica, è nata, un anno fa, nell'istituto tecnico-economico Galilei-Costa di Lecce, la battaglia contro le vessazioni scolastiche fra coetanei.

A stimolare l'azione è stato lo sgomento per la notizia del tentato suicidio di una dodicenne di Pordenone, tormentata dai compagni di scuola. Così, nove studenti della Prima A, hanno messo mano ad un ricco sito web, MaBasta.org, utile ai diretti interessati, vittime o autori di bullismo che siano. Per Giorgio, Martina e i loro compagni, l'iniziativa è un cammino complesso, ma irrinunciabile:

"In tutte le cose che facciamo non ci rivolgiamo ai professori, ai presidi o ai genitori, ma agli stessi adolescenti: vogliamo che siano proprio loro a risolvere questo problema".

"Il nostro scopo finale è quello di isolare e mettere all'angolo i bulli. Raggiungere questo scopo non è facile. Infatti, ci dobbiamo sforzare a far capire a tutte le persone che sono i bulli ad avere problemi perché una persona serena e tranquilla non godrebbe mai a far del male ad altre persone."

Il contesto è quello di un fenomeno che in Italia vede, secondo i dati di Telefono Azzurro, almeno un caso al giorno di bullismo e cyberbullismo, nonché vittime delle vessazioni sempre più giovani. La strategia di contrasto dei ragazzi dell'Istituto Galilei-Costa di Lecce è concreta e variegata, ad esempio con l’idea della BulliBox nelle scuole, un'urna dove fare segnalazioni anonime di atti di bullismo, oppure con l’individuazione in giro per la Penisola di classi cosiddette “debullizzate”, ovvero prive di atti di prepotenza, iniziativa questa che ha riscosso molto successo, come racconta il professore-tutor degli studenti pugliesi, Daniele Manni:

"L'anno scorso sono state oltre 150 classi in tutta Italia ad aver chiesto questa sorta di bollino verde che poi invece, alla fine, è una locandina gialla che viene applicata fuori dalla porta dell'aula con questa dicitura: 'Questa classe è una classe debullizzata'. Un'altra azione molto concreta, che sta partendo in questi mesi, è quella di individuare nelle scuole che lo volessero fare le figure dei 'bulliziotti', sia nelle classi sia nella scuola, e sono i poliziotti di istituto. Sono semplici figure di riferimento di ragazzi, appartenenti alla classe o alla scuola, che si assumono la responsabilità di tenere sotto controllo la situazione bullismo. Loro devono tentare di sedare ma, se non riescono, sono autorizzati poi a interfacciarsi con le persone adulte che possono essere gli insegnanti o il dirigente".

Una presa di responsabilità diretta dunque, quella degli studenti dell’Istituto Galilei-Costa di Lecce, che manda un potente messaggio alla società civile: avere il coraggio delle proprie idee e prendere posizione per difenderle può davvero cambiare un po’ il mondo:

"Il modo migliore per lasciarvi è con un'esclamazione: 'MaBasta!'".








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