E’ urgente e doveroso porre fine al traffico di esseri umani e a tutte le forme di sfruttamento, in particolare la prostituzione, il lavoro forzato, il commercio di organi umani e l’uso dei bambini su internet e in guerra. Così l’arcivescovo Ivan Jurkovič, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, intervenuto alla 22.ma Conferenza Internazionale sul tema “Sostenere la protezione dei rifugiati. Diritti umani e leggi umanitarie: il ruolo di Ginevra nella ‘azione umanitaria internazionale”. Il servizio di Paolo Ondarza:
Perseguire i trafficanti attraverso leggi nazionali e internazionali
Ricordando il dramma crescente dei circa 244 milioni di migranti nel mondo, spesso
in fuga da guerre e persecuzioni e la loro facile esposizione -specialmente donne
e bambini - al mercato globale clandestino della tratta, il presule ha esortato la
comunità internazionale a perseguire i trafficanti sulla base di chiare leggi nazionali
e internazionali. Tra queste ha suggerito la confisca dei profitti derivanti dalle
attività illecite e il conseguente risarcimento con tali fondi delle vittime, spesso
sfruttate a livello sessuale o obbligate a lavori forzati nascosti in stabilimenti
illegali, fabbriche, case o aziende agricole clandestine.
Un business da 32 mld di dollari
Il business della tratta in effetti – ha spiegato l’Osservatore permanente - frutta
circa 32 miliardi di dollari ed è terzo solo al commercio di armi e droga. Inoltre
sebbene esistano normative condivise a livello internazionale che condannano il traffico
e lo sfruttamento delle persone, permangono divergenze interpretative di tali norme
da parte di tribunali nazionali e regionali. Mons. Jurkovič si dice però convinto
che sia possibile creare un consenso unanime nel tutelare la dignità di ogni persona
umana.
Costante la condanna della tratta da parte della Chiesa
Ecco perché – è la raccomandazione del presule – “la comunità internazionale ha il
dovere morale e legale di sradicare questa grave violazione dei diritti umani e deve
sforzarsi affinché tutti gli esseri umani convivano in libertà, uguaglianza, armonia
e pace. Il delegato della Santa Sede suggerisce a tal fine una collaborazione tra
intellettuali, leader morali e religiosi e reti sociali globali. Quindi ricorda la
condanna della tratta più volte rimarcata dagli ultimi pontificati e la particolare
sollecitudine sul tema manifestata da Papa Francesco. La Chiesa – ha ricordato l’arcivescovo
– collabora attraverso le sue organizzazioni con altre istituzioni, religiose e non,
nella prevenzione della tratta e nel reinserimento delle vittime nella società, e
dedica queste ultime la Giornata Mondiale dell’ 8 febbraio, nella memoria di santa
Giuseppina Bakita.
La tratta può essere sconfitta
La tratta può essere sconfitta. Incoraggiante l’auspicio espresso da mons. Jurkovič:
“una delle sfide per tutti noi - ha detto ai partecipanti alla Conferenza Internazionale
di Ginevra– è diventare l’ultima generazione che deve combattere il commercio di vite
umane”.
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