2017-02-18 13:25:00

Anno giudiziario vaticano: ergastolo è pena senza speranza


L’ergastolo è una pena senza speranza. Così il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, alla Messa celebrata questa mattina presso la Cappella di Maria, Madre della Famiglia, nel Palazzo del Governatorato, in occasione dell’inaugurazione dell’88.mo Anno giudiziario del Tribunale dello Stato. Poi nell’Aula vecchia del Sinodo, la relazione del promotore di Giustizia, Gian Piero Milano. Massimiliano Menichetti:

Una relazione di oltre quaranta pagine che ha fatto il punto sul sistema giudiziario vaticano in continuo aggiornamento per combattere, con tolleranza zero, “riciclaggio”, “finanziamento del terrorismo” e “ogni forma di criminalità economica", favorendo al contempo pratiche di assoluta trasparenza in linea con gli standard mondiali. Tra il 2013 al 2016 l’ufficio del promotore di Giustizia, in sede cautelare, ha disposto il sequestro di beni per un ammontare complessivo di quasi 12 milioni di euro. Il prof. Milano ha evidenziato le riforme avviate, in questo senso, da Papa Benedetto XVI e quelle introdotte o arrivate a compimento con Papa Francesco. Le convenzioni internazionali siglate hanno determinato una limitazione dell’indipendenza della Santa Sede - ha spiegato Milano - pur essendo comunque salvaguardata la natura, missione e i principi fondanti dell’ordinamento. Massima la collaborazione per le rogatorie internazionali:

“Nell'anno trascorso il nostro Tribunale ha ricevuto n. 4 richieste di rogatoria da autorità giudiziarie straniere, tutte provenienti dall’Italia, e portate ad esecuzione. Inoltre è in via di completamento la raccolta di elementi per dare esecuzione ad una rogatoria proveniente da Paese dall’area extracomunitaria”.

Ricordata la legge n. IX dell'11 luglio 2013 che ha modificato il codice penale e inserito l’articolo 116 bis tra i “delitti contro la sicurezza dello Stato”, cardine nel recente processo conosciuto come Vatileaks2, per divulgazione di notizie e documenti riservati. Poi, nell’ambito dei “delitti contro la Pubblica Amministrazione” ha spiegato:

“E’ interessante rilevare che le pene per i reati di corruzione e abuso di ufficio risultano più elevate nel massimo di quelle previste dal codice italiano, mentre più lievi sono le sanzioni per il peculato e la concussione”.

Il magistrato ha poi espresso apprezzato per il lavoro svolto ruolo dalla Gendarmeria in sinergia con il promotore di Giustizia, e le istituite A.I.F e Co.Si.Fi, ovvero l’Autorità di controllo e verifica finanziaria e il Comitato per la Sicurezza Finanziaria. In tema di lavoro ha invece evidenziato che nel giugno 2016 è stato introdotto il tentativo obbligatorio di conciliazione avanti il Direttore dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica e che in caso di mancato accordo, può seguire l’opzione del ricorso al Collegio di conciliazione e arbitrato o al Tribunale. “Cenno speciale - ha detto il promotore - merita l’abolizione della pena all’ergastolo” sostituita con la reclusione da 30 a 35 anni, un punto centrale del magistero di Papa Francesco che l’ha definita  “una pena di morte nascosta”. Un pensiero ripreso questa mattina anche dal cardinale Parolin che ha celebrato la Messa, in Vaticano, in occasione dell’Anno giudiziario con tutto il personale dei Tribunali:  

“La condanna all’ergastolo - scriveva già negli anni ’50 dello scorso secolo, Francesco Carnelutti - è la dichiarazione che l’anima di un uomo è perduta per sempre. La speranza di rientrare nel consorzio umano, di riassumere l’aspetto dell’uomo libero, di riprendere il suo posto nelle società è ossigeno che alimenta il carcerato. Dal momento che è entrato in carcere questa è la ragione della sua vita. Nel privarlo di questa, sta l’inumanità della condanna alla vita”.








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