2017-02-15 14:00:00

Elezioni in Indonesia: islamisti puntano alle divisioni religiose


Si sono svolte oggi in Indonesia le elezioni amministrative: si sono recati al voto i cittadini di oltre 100 città e province. Per gli osservatori si tratta di un test importante per comprendere se è in crescita il radicalismo religioso nel Paese asiatico con la popolazione musulmana più grande del mondo, oltre 220 milioni di persone. Il servizio di Sergio Centofanti:

In Indonesia si è votato tra forti tensioni. Al centro dell’attenzione c’è soprattutto Giakarta, la capitale, dove secondo dati ancora non ufficiali vanno al ballottaggio il governatore uscente Basuki Tjahaja Purnama, detto Ahok, un cristiano di origini cinesi, e l’ex ministro dell’istruzione Anies Rasyid Baswedan, sostenuto dai radicali islamici.  Il governatore Purnama si è presentato al voto nonostante sia sotto processo per blasfemia. Le frange islamiche oltranziste lo osteggiano con forza. Nei mesi scorsi hanno organizzato due imponenti manifestazioni per chiederne l’arresto. Durante la campagna elettorale il governatore aveva accusato i radicali di abusare dei testi del Corano che a loro dire indicherebbero che un musulmano può votare solo un altro musulmano. Da queste parole è partita la campagna dei suoi oppositori che sono riusciti a portarlo in tribunale.

Il governatore è invece appoggiato dai musulmani moderati, che lo stimano per quanto ha fatto nella capitale. Secondo gli esperti il voto è un test per la democrazia indonesiana, anche in vista delle elezioni presidenziali del 2019. La Costituzione tutela la libertà di culto e il Paese ha un’antica tradizione di tolleranza ma l’estremismo è in crescita così come gli episodi di violenza. Nel novembre scorso una bomba è esplosa davanti ad una chiesa cristiana nel Paese provocando la morte di una bambina.








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