Il premier indiano Narendra Modi usi la sua influenza e quella del suo governo per negoziare con i Paesi del Medio Oriente la liberazione di padre Tom Uzhunnalil, rapito in Yemen il 4 marzo 2016. È l’appello lanciato dalla All India Catholic Union (Aicu), la più grande associazione di laici cattolici in India. Nella lettera, firmata dal presidente Lancy Da Cunha, i cattolici esprimono l’angoscia della comunità cristiana per i lunghi mesi di prigionia cui è sottoposto il sacerdote salesiano, nelle mani di militanti jihadisti riconducibili al sedicente Stato Islamico. Cunha afferma: “Chiediamo il suo personale intervento e assistenza per garantire che egli ritorni il prima possibile nella madrepatria e in condizioni in piena sicurezza. Speriamo e preghiamo che lei ci voglia sostenere”.
Nell'ultimo video di dicembre padre Tom chiedeva cure mediche in ospedale
Dallo scorso marzo - riferisce l'agenzia AsiaNews - padre Tom, originario del Kerala,
è nelle mani di un gruppo islamico che ha assaltato una Casa di riposo per malati
e anziani delle missionarie della Carità ad Aden, nel sud dello Yemen. Nell’attacco
sono state massacrate quattro suore di Madre Teresa e altre 12 persone, presenti all’interno
della struttura. Dopo mesi di silenzio, a fine dicembre è emerso un video in cui il
sacerdote declina le proprie generalità e afferma di “aver bisogno urgente di cure
mediche in ospedale”.
I cattolici comprendono come questo sequestro sia più complesso di altri
L’associazione di laici riconosce che “le circostante sono molto più complesse rispetto
ad altri casi di rapimento di indiani in Afghanistan. Apprezziamo gli sforzi compiuti
dal governo dell’India e da altri per il rilascio del gesuita padre Alexis Premkumar,
sequestrato in Afghanistan e liberato otto mesi dopo. Anche Judith D’Souza, cooperante
cattolica indiana rapita nello stesso Paese, è stata rilasciata qualche tempo dopo”.
Appello per la salvezza e la libertà di padre Tom
Secondo i cattolici, “data la difficile situazione nella regione, crediamo che il
governo dell’India, con le sue enormi capacità di influenza e buoni rapporti in molti
Paesi del Medio Oriente, sia nella migliore posizione per garantire un effettivo intervento
per il rilascio di padre Tom dalla sua cattività”. “Lanciamo un appello – dice il
presidente in conclusione – a lei e ai suoi colleghi del Ministero per gli Affari
esteri di adottare tutte le misure necessarie per assicurare la sua salvezza e libertà”.
(S.D.)
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