2017-02-06 11:49:00

Giornata contro le mutilazioni genitali femminili: 200 milioni le vittime


Ricorre oggi la Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili: una piaga che colpisce almeno 200milioni di donne e di ragazze in almeno 30 Paesi nel mondo. Si tratta di un fenomeno culturale che è ancora radicato soprattutto nel continente africano, eppure come conseguenza dei flussi migratori degli ultimi decenni è divenuto una triste realtà anche in Europa. Come conferma al microfono di Stefano LeszczynskiEmanuela Zuccalà, giornalista e autrice di un cortometraggio intitolato Uncut:

R. - Un tema da indagare soprattutto è capire se il processo migratorio di queste donne provenienti da Paesi a tradizione escissoria in Europa ferma la tradizione, cioè le donne si integrano e quindi decidono di abbandonare questa pratica e di non infliggerla alle loro figlie oppure, come ipotizzano degli studi condotti in Belgio, la mutilazione genitale rappresenti invece una sorta di simbolo di identità, di appartenenza ad una comunità per donne che a volte nei nostri Paesi di accoglienza vivono isolate perché magari non lavorano, non parlano ancora la lingua del Paese ospitante. Quindi la mutilazione genitale paradossalmente diventa un modo per sentirsi appartenenti alla propria comunità di origine e quindi la si pratica ancora sulle proprie figlie o illegalmente nel Paese dove stanno o portandole in vacanza. Questo è uno dei grossi temi ancora da indagare.

Anche in Italia il dramma delle mutilazioni genitali femminili è divenuto un tema di allarmante urgenza. Come ci confermano i dati recentemente diffusi da uno studio dell’Università Bicocca di Milano. Ce ne parla Chiara Fattori, responsabile del progetto “After” di Action Aid Italia:

R. - Questo studio condotto dall’Università degli studi di Milano Bicocca ha fornito dei dati molto interessanti anche sull’Italia in quanto afferma la presenza di 162mila donne straniere provenienti dai Paesi considerati a rischio; si stima che tra queste, tra le 46mila e le 57mila siano state sottoposte a mutilazioni genitali femminili. Oltre il 60% di queste provengono in particolare dalla Nigeria e dall’Egitto. Con Action Aid, in particolare, abbiamo lanciato il progetto “After”, proprio per contribuire a ridurre il rischio per le donne migranti di subire mutilazioni genitali femminili.








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