2017-02-05 10:37:00

Lampedusa: sindacati Paesi del Mediterraneo uniti contro traffico migranti


I partecipanti al 1° Meeting internazionale “Per un mare di pace e di lavoro”, promosso dalla Uil  a Lampeduta, chiedono alle istituzioni internazionali di non affrontare la “questione immigrazione” solo in ambito di “sicurezza”. Per i sindacati dei Paesi del Mediterraneo,“è necessario mettere in campo soluzioni per un’accoglienza intelligente e solidale e, per contrastare l’opera criminale degli scafisti, costruire opportunità di lavoro in quei territori da cui partono i flussi migratori”. I sindacati chiedono inoltre all’Unione Europea l’istituzione di un Fondo di solidarietà, in cui tutti i Paesi membri facciano confluire risorse ”derivanti da forme di solidarietà fiscale”, sul modello dell’8 per mille italiano, per creare lavoro nei Paesi segnati da povertà e guerre. Luca Collodi, ne ha parlato con Carmelo Barbagallo, Segretario Generale Uil.

R. - Si spendono un sacco di soldi per niente! Siamo arrivati al punto che c’è chi offre soldi per ritornare al Paese di origine, senza contare il costo dell’accoglienza e del rimpatrio. Non sappiamo più quanto venga a costare tutto ciò e senza avere alcun risultato. Dobbiamo cominciare a cooperare per dare risposte di pace e di sviluppo, di economia e di occupazione nei posti dove c’è bisogno; risposte che sono anche di tutela per quanto riguarda il nostro Paese e la vecchia Europa.

D. - Segretario Barbagallo, come immagina un '8 per mille' europeo per i migranti?

R. - Immagino che venga fatto in tutti i Paesi, dal punto di vista fiscale, quello che si fa per 'l’8 per mille' in Italia. Dare, cioè, quel contributo per risanare quello che è possibile risanare nei Paesi di origine e creare le condizioni per l’occupazione reale. E vogliamo fare, assieme ai sindacati del Nord Africa, azione di monitoraggio e di controllo che ci permetta di verificare i flussi dei migranti in arrivo.

D. – Nel primo Meeting internazionale di giovedì 2 febbraio a Lampedusa, avete firmato un Protocollo d’intesa sindacale…

R. - Sì, tutti i sindacati di Marocco, Algeria, Libia, Tunisia, Egitto, Palestina e Israele hanno firmato con noi. Cercheremo di estendere questo accordo, che abbiamo chiamato “Accordo di Lampedusa per un Mar Mediterraneo di lavoro e di pace” ad altri Paesi.

D. – Dopo Lampedusa, l’idea è di portare il Meeting in altri Paesi del Mediterraneo ?

R. - L’anno prossimo lo faremo in Tunisia o Marocco, da dove poi continueremo il giro. Questo perché non sia la voce di un giorno e non sia una speranza vanificata.

D. – Segretario Barbagallo, il lavoro resta una chiave per capire i movimenti migratori…

R. - Abbiamo già il problema che il 40 per cento dei giovani disoccupati italiani sono spesso costretti ad andare a cercare lavoro all’estero. Dobbiamo creare le condizioni per lo sviluppo economico-produttivo e per lo sviluppo dell’occupazione anche per quelli che dovranno venire da fuori. Bisogna sconfiggere quell’atteggiamento rinunciatario che porta a far crescere muri, alla diffidenza e creare problemi di sicurezza.

D. - A Lampedusa erano presenti anche leader religiosi. Perché?

R. - Perché penso che l’Italia e l’Europa saranno, a breve, Paesi multietnici e multireligiosi. Dobbiamo quindi creare le condizioni per la cooperazione, per la solidarietà. E i lampedusani sono quelli che ci possono far vedere come si fa.








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