2017-02-02 13:45:00

Braz de Aviz: vivere con speranza le difficoltà della vita consacrata


“La vita consacrata - afferma il Papa in un tweet pubblicato nella Festa della Presentazione del Signore - è un grande dono di Dio: dono di Dio alla Chiesa, dono di Dio al suo Popolo”. Francesco invita a pregare per quanti hanno fatto la scelta dei consigli evangelici, perché possano irradiare nel mondo l’amore di Cristo con la loro testimonianza. Purtroppo, dicono i dati, questo è un questo tempo di crisi, che vede non solo una diminuzione di vocazioni ma anche numerosi frati e suore che abbandonano la vita religiosa. Su questa Giornata ascoltiamo il cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, intervistato da Bianca Fraccalvieri:

R. - Il Papa ha insistito molto nel parlare del mistero della Presentazione di Gesù al Tempio, della figura di Maria e di Giuseppe che portano Gesù al Tempio: Maria ha il Figlio nelle sua braccia, ma è Lei che viene portata da Gesù al Tempio, è la volontà di Dio che conduce Maria e Giuseppe Gesù al Tempio. E dopo fa sì che Simeone e Anna lo accolgano lì: anche Simeone lo tiene nelle braccia, ma è Gesù che tiene Simeone nelle braccia nel senso che lo conduce alla novità del mistero. Oltre a questa necessità dell’incontro con Gesù, il Papa ha parlato molto anche della necessità per la vita consacrata di sapersi incontrare nel farsi piccoli, come si è fatto piccolo Gesù: cioè, come il Figlio di Dio si fa piccolo per trovare l’uomo, così anche l’uomo e la donna si fanno piccoli per amore, per poter trovare Dio e gli altri. E allora in questa Giornata mondiale della vita consacrata possiamo imparare da Maria, da Giuseppe, da Simeone, da Anna, ma soprattutto da Gesù presentato al Tempio, possiamo apprendere questa novità di Dio e consegnare questa novità di Dio agli altri come una eredità che noi abbiamo coltivato.

D. – Quest’anno questa Giornata viene vissuta ella prospettiva del prossimo Sinodo del Vescovi dedicato al tema dei giovani e del discernimento vocazionale … come si può cambiare questa tendenza alla diminuzione delle vocazioni?

R. - Dobbiamo servire il Signore quando c’è l’abbondanza e quando le vacche sono magre e i nostri pascoli sono vuoti. Occorre imparare a vivere nella fedeltà anche con le nostre difficoltà, quando forse il Signore non si manifesta nell’abbondanza. Però con intelligenza e con grande amore dobbiamo anche cercare le cause di questo fenomeno e noi le stiamo cercando. C’è stata recentemente la plenaria del Dicastero con i cardinali e i vescovi di tutto il mondo. Siamo una cinquantina… Abbiamo dedicato due giornate - in una c’è stata anche la presenza del Santo Padre, siamo stati da lui e ci ha parlato - per trattare il tema della fedeltà, sulle ragioni per cui la fedeltà è in difficoltà. La fedeltà e anche l’abbandono della vita consacrata. Infatti non solo le vocazioni sono in diminuzione - soprattutto in Europa, mentre in altri continenti sono abbondantissime - ma c’è anche il grande fenomeno dell’abbandono. Accade che dopo 10 anni, dopo 15 anni, la persona lascia e dice: “Io vado altrove perché qui non sono felice”. Cerchiamo di capire meglio questo fenomeno. Dobbiamo vivere questo nuovo momento con speranza e con tranquillità ma anche con impegno.








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