2017-02-01 07:47:00

Siria: slittano al 20 febbraio i colloqui di pace. Tregua violata


Negoziati di pace difficili per la Siria: rinviato dall' 8 al 20 febbraio il tavolo di mediazione previsto a Ginevra sotto l'egida dell'Onu, dopo le divisioni emerse nei colloqui di Astana, in Kazakistan. Intanto la Russia rileva sei violazioni del cessate il fuoco nel Paese nelle ultime 24 ore, mentre riparte il programma di assistenza alla popolazione siriana delle Nazioni Unite su Deir Ezzor, città assediata dal  sedicente Stato Islamico. I particolari da Paola Simonetti:  

Dovranno cercare di ricucire le pesanti divisioni delle opposizioni siriane emerse ad Astana in Kazakistan, i nuovi negoziati di pace di Ginevra mediati da Russia, Turchia e Iran, che l'Onu ha fatto slittare dall'8 al 20 febbraio prossimo, per concedere più tempo  alla ricerca di una comune posizione di confronto con il Presidente Assad. Sullo sfondo emerge la volontà delle donne dell'Alta commissione per i negoziati dell'opposizione di avere un maggiore ruolo in questa fase, nel contesto di una crescita della loro partecipazione politica nel Paese. Nel frattempo in Siria continuano a parlare le armi: sei le violazioni del cessate il fuoco registrate dalla Russia nelle ultime 24 ore nella  provincia di Hama e Latakia, mentre la Turchia ne segnala almeno nove tra Damasco, Aleppo, Homs, Idlib e la stessa Latakia. Intanto, l'Onu ha riavviato il programma di assistenza alla  popolazione siriana con il lancio di aiuti umanitari su Deir Ezzor, città assediata dall'Is, mentre il Presidente siriano al-Assad con imprenditori e industriali cerca di mettere mano al conteggio dei danni che 6 anni di conflitto hanno inflitto al Paese. Il Presidente si è fatto così vedere in pubblico smentendo così le voci che sia gravemente malato.

Intanto nella devastata città di Aleppo, dopo 4 anni di guerra, è tornato a viaggiare un treno e si è addirittura giocata una partita di calcio ufficiale tra le due squadre locali. Luca Collodi ne ha parlato con padre Ibrahim Alzabagh, parroco della chiesa latina di San Francesco, raggiunto telefonicamente ad Aleppo:

R.  – E’ già un segno positivo e ci incoraggia sempre di più, dopo questa fase di guerra che è durata più di 5 anni. Si cerca di ricostruire l’unità sociale che purtroppo è venuta meno durante questi anni. Rimane sempre una sfida! Ci sono segni di avvicinamento e di comunione, ma rimane sempre una sfida.

D. – Aleppo a livello sportivo aveva e ha una sua storia molto importante, addirittura ci sono due squadre di calcio ma anche un grande stadio, oggi inagibile…

R. – Sì e dentro questo stadio tante volte anche i nostri giovani scout hanno giocato, nonostante la guerra, cercando un po’ di sfogarsi attraverso questi giochi.

D.  – Lo sport può contribuire alla pacificazione del Paese?

R. - Sicuramente fa parte della cultura e quindi può sempre contribuire positivamente  alla comunione e può fare anche un po’ uscire la tensione negativa, magari nei confronti dell’altro. Quindi sicuramente ha il suo ruolo importante.

D. - Questa partita ha visto sugli spalti circa 4-5 mila persone: non ci sono stati incidenti, anche questo è un altro dato importante…

R. – Sì, è quello che abbiamo potuto notare con grande gioia. Sicuramente c’è una grande maggioranza di persone e di famiglie che vogliono lasciar stare la guerra e le contese e pensare al bene di tutti. Sicuramente è una reazione post-guerra… Vedendo i risultati di questa guerra, tanti cominciano a dire: veramente valeva la pena fare tutto quello che abbiamo fatto?

D. – Questo ritorno alla normalità di Aleppo non passa soltanto per una partita di calcio ma anche per un treno che è tornato ad unire la capitale economica, cioè Aleppo, con Baghdad…

R. – Sì… Abbiamo tanti segnali negativi, invece: quelli, per esempio, della mancanza dell’acqua che influenza molto la vita della gente in questi giorni. Ma c’è la volontà da parte del governo di rifare di Aleppo una città produttiva, non soltanto che consuma, ma una città che riesce a produrre per poter avere delle entrate: c’è questo treno ma anche tante cose che si fanno proprio in questa direzione.

D.  – Molte persone stanno tornando nelle loro case?

R. -  Abbiamo dei segni, anche questi sono positivi, di famiglie nostre, per esempio, che ritornano, ci contattano: due famiglie che sono tornate dal Venezuela in questi giorni e una famiglia che è tornata dalla Germania…  Continuiamo ancora a vedere famiglie che si presentano perché sono tornate dall’estero. Però, sicuramente, noi aspettiamo l’onda con la primavera, alla fine del secondo semestre delle scuole.








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