2017-01-26 15:00:00

Messico. Vescovi contro aumento del carburante: colpisce i poveri


Milioni di messicani vivono in condizioni precarie a causa della scarsa sicurezza nel Paese e delle tensioni sociali nate dalle difficoltà economiche. È quanto denuncia la Conferenza episcopale messicana (Cem), in un documento pubblicato nei giorni scorsi sull’attuale situazione economica in Messico. All’attenzione dei vescovi in particolare il piano del Governo di Enrique Peña Nieto che dal 1° gennaio, ha introdotto aumenti al prezzo del carburante del 20% circa per rendere il settore più concorrenziale.  Una decisione impopolare che ha scatenato proteste in tutto il Paese

Un provvedimento evitabile che penalizza soprattutto i meno abbienti
“Abbiamo iniziato un anno pieno di sfide e avversità — si legge nel testo diffuso dall'agenzia Sir — tra le quali senza dubbio il cosiddetto ‘gazolinazo’”, un provvedimento che “acutizza la situazione precaria nella quale vivono milioni di messicani”. La richiesta, rivolta soprattutto alle istituzioni, è dunque “di guardare alle comunità, alle città e ai quartieri e di lasciarsi interpellare da ogni famiglia e persona che soffre, non solo per l’aumento del carburante, ma per la povertà che cresce da decenni, per la corruzione che permane e per la continua dipendenza dalle decisioni dei mercati internazionali”. Secondo i presuli, l’aumento del prezzo del carburante non era inevitabile in quanto “si potevano ridurre le imposte sul carburante per bilanciare l’aumento del prezzo del greggio”. Inoltre - sostengono i presuli - i sussidi per la benzina non hanno raggiunto i meno abbienti: “C’è da chiedersi: viviamo veramente in uno Stato povero e carente di risorse oppure in uno Stato dove si ripetono casi di corruzione dei quali sono protagonisti personaggi che continuano a lasciare vuote le casse degli enti a livello comunale, regionale e federale?”.

Occorrono misure per uno sviluppo economico più equo
Nel documento si fanno poi precise proposte per uno sviluppo economico più equo: dalla valorizzazione dell’economia locale alla formazione per il lavoro, all’incentivo alle cooperative, a una maggiore solidarietà. Inoltre, i presuli invitano tutti, “specialmente i cristiani, a impegnarsi e partecipare come cittadini, a sentire il bisogno di entrare in dialogo con i diversi attori sociali”. In ogni caso, precisano i vescovi, va condannato “ogni atto che viene esercitato con la violenza, anche perché danneggia la libertà di espressione di coloro che invece cercano cambiamenti effettivi”. (L.Z.)








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