2017-01-25 12:51:00

Pro-life: Strasburgo, sentenza storica contro maternità surrogata


Una sentenza storica. Lo ribadiscono i movimenti pro-life commentando la decisione della Corte dei diritti umani di Strasburgo che ieri, ribaltando un pronunciamento del gennaio 2015, ha affermato che una coppia non può riconoscere un figlio come suo, se il bimbo è stato generato da una madre surrogata, senza alcun legame biologico con i due aspiranti genitori. Massimiliano Menichetti:

Il caso è quello di due coniugi italiani che nel 2011 hanno avuto un figlio grazie alla maternità surrogata in Russia e poi sono rientrati in patria, dove tale pratica è vietata, con un falso certificato di nascita. Da qui partiranno una serie di accuse, sul piano penale. Seguirà una complessa vicenda giudiziaria che vedrà affidare il piccolo ad altra famiglia fin dal 2013 ed il conseguente ricorso, a Strasburgo, della coppia prima e dell’Italia poi. Il prof. Vincenzo Bassi, delegato dell’Unione Giuristi cattolici:

"La sentenza ha una portata importantissima perché fissa un principio: il riconoscimento della genitorialità è automatico solo se passa da un legame biologico. Sembra un principio semplice ma non è banale soprattutto perché in questi ultimi anni è sempre stato messo in discussione. Non ci dimentichiamo che ad ottobre c’è stata la relazione De Sutter, ovvero una parlamentare e ginecologa belga, che ha cercato in modo indiretto di ammettere la tolleranza sulla pratica della maternità surrogata. Questa sentenza ha precisato che non esistono i presupposti giuridici per fare entrare negli ordinamenti degli Stati sovrani pratiche come la maternità surrogata, senza passare per la via parlamentare. Sul tema della maternità surrogata quindi non è possibile quella che i giuristi chiamano la 'giurisprudenza creativa', ovvero pronunciamenti dei giudici che prescindendo dal diritto positivo, si permettono di creare artificialmente dei diritti, come nel caso di questi ricorrenti alla Corte di giustizia dei diritti dell’uomo che hanno portato in Italia un bambino fatto nascere attraverso la maternità surrogata".

Una decisione storica per Massimo Gandolfini, presidente del Comitato “Difendiamo i nostri figli”:

"Penso che sia davvero una sentenza storica che condanna definitivamente, ad alto livello europeo, quella che io continuo a definire una pratica incivile e abominevole: l’utero in affitto. Quindi ribadisce un concetto fondamentale: i bambini non si comprano, i bambini non sono merce che si va ad acquistare al supermercato. Quindi pone al centro la dignità della donna, che non deve essere vista come una sorta di macchina che serve per realizzare desideri altrui".

Il bambino della coppia di italiani rimane presso la famiglia affidataria dove si trova da quando aveva circa nove mesi. Ancora Gandolfini

"Il bambino ha il diritto di avere un padre ed una madre, questo è il legame che è stato offeso fin dall'inizio".

La sentenza di Strasburgo comunque non incide in quei Paesi dova la maternità surrogata è possibile, ma è un altro tassello nella direzione del rispetto della donna e dei diritti del bambino. Ancora Bassi:

"Adesso, dopo la bocciatura della relazione Sutter e dopo questa sentenza della Corte europea tutti quanti noi siamo più incoraggiati a continuare questa battaglia di civiltà e di verità contro lo sfruttamento delle donne e a favore dei diritti dei bambini".








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