Spezzare la spirale delle notizie negative, dando spazio alla logica della buona notizia. E’ l’esortazione rivolta dal Papa ai comunicatori nel Messaggio per la 51.ma Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, incentrato sul tema “Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”. Il documento, pubblicato oggi, esorta i comunicatori cristiani ad essere “canali viventi” del Vangelo, la “Buona Notizia” che illumina anche le situazioni più drammatiche della storia. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Favorire una “comunicazione costruttiva” che rifiuti “i pregiudizi verso l’altro” e “favorisca una cultura dell’incontro”. Papa Francesco incoraggia tutti i comunicatori a spezzare il “circolo vizioso dell’angoscia” che si fissa sulle “cattive notizie”, scegliendo invece la logica della “buona notizia”. Ogni giorno, si legge nel Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, vengono “macinate” tante informazioni. Sta dunque ai comunicatori “offrire un pane fragrante e buono a coloro che si alimentano dei frutti della loro comunicazione”.
Non ignorare dramma del male, ma non spettacolarizzarlo
Francesco sottolinea con forza che bisogna arginare la “spirale della paura”, “frutto
dell’abitudine a fissare l’attenzione sulle cattive notizie”. Certo, prosegue il Papa,
“non si tratta di promuovere una disinformazione in cui sarebbe ignorato il dramma
della sofferenza” né tanto meno di “scadere in un ottimismo ingenuo che non si lascia
toccare dallo scandalo del male”. Francesco chiede invece che si cerchi di “oltrepassare”
il sentimento del “malumore e di rassegnazione”. Del resto, annota, “in un sistema
comunicativo dove vale la logica che una buona notizia non fa presa e dunque non è
una notizia”, “si può essere tentati di anestetizzare la coscienza o di scivolare
nella disperazione”. Tanto più, rileva, considerando che “il dramma del dolore e il
mistero del male vengono facilmente spettacolarizzati”.
Spazio a logica della buona notizia, usare occhiali giusti per leggere
realtà
In tale contesto, dunque, il Messaggio propone “un contributo alla ricerca di uno
stile comunicativo aperto e creativo, che non sia mai disposto a concedere al male
un ruolo da protagonista”, ma cerchi piuttosto “di mettere in luce le possibili soluzioni,
ispirando un approccio propositivo e responsabile nelle persone a cui si comunica
la notizia”. Di qui l’appello ad offrire all’umanità del nostro tempo “narrazioni
contrassegnate dalla logica della buona notizia”. Il Papa evidenzia che la realtà
“non ha un significato univoco”. Tutto infatti dipende “dallo sguardo con cui viene
colta, dagli occhiali con cui scegliamo di guardarla”. Quali sono allora gli “occhiali
giusti” per raccontare la realtà? Per i cristiani, risponde Francesco, “l’occhiale
adeguato per decifrare la realtà non può” che partire dalla “Buona Notizia per eccellenza:
il Vangelo di Gesù”.
Grazie al Vangelo, ogni evento può diventare scenario di una buona notizia
Questa “buona notizia” che “è Gesù stesso”, si legge nel Messaggio, “non è buona perché
priva di sofferenza, ma perché anche la sofferenza è vissuta in un quadro più ampio”.
In Cristo, infatti, “Dio si è reso solidale con ogni situazione umana”. Francesco
riprende Isaia: “Non temere, perché io sono con te”. Questa, commenta, “è la parola
consolante di un Dio che da sempre si coinvolge nella storia del suo popolo”. Da qui
nasce una speranza, una luce che fa sì che ogni “nuovo dramma” nella storia possa
diventare “scenario di una possibile buona notizia”, dal momento che “l’amore riesce
sempre a trovare la strada della prossimità”. Il Papa mette così l’accento sull’importanza
delle immagini e delle metafore “per comunicare la potenza umile del Regno”, come
faceva Gesù con le parabole. E sottolinea che, anche oggi, le “immagini, più che i
concetti” sono la via privilegiata per “comunicare” la “vita nuova” in Cristo.
Comunicatori siano “canali viventi” della Buona Notizia per gli uomini
di oggi
Francesco avverte inoltre che “la fiducia nel seme del Regno di Dio e nella logica
della Pasqua non può che plasmare anche il nostro modo di comunicare”. Una fiducia,
prosegue, che “ci rende capaci” di “scorgere” la “buona notizia presente nella realtà
di ogni storia e nel volto di ogni persona”. Anche oggi, evidenzia il Papa, lo Spirito
continua “a seminare in noi il desiderio del Regno, attraverso tanti canali viventi”.
Attraverso quelle persone cioè che “si lasciano condurre dalla Buona Notizia in mezzo
al dramma della storia, e sono come dei fari nel buio di questo mondo”. Fari, conclude
il Papa, “che illuminano la rotta e aprono sentieri nuovi di fiducia e speranza”.
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