2017-01-23 14:11:00

In Abruzzo emergenza maltempo; al Rigopiano si scava ancora


Proseguono senza sosta le operazioni di soccorso nei pressi dell’Hotel Rigopiano, in Abruzzo, dopo la valanga di mercoledì scorso. Il bilancio e di 7 morti, nel pomeriggio è stato recuperato il corpo di una donna. 11 superstiti recuperati e 23 persone ancora disperse. Intanto su tutta la regione perseverano il maltempo e l’emergenza neve; c’è paura per il bacino di Campotosto, dove si teme l’effetto Vajont. Il servizio di Roberta Barbi:

Le condizioni sono proibitive eppure i soccorritori non mollano, alla ricerca di altre vite umane. Piove, in Abruzzo, e ai 1200 metri di quota dell’Hotel Rigopiano la pioggia diventa neve, eppure si lavora per realizzare trincee e intervenire, così, ai lati della valanga e si scava, per precauzione, a mano, con le pale, utilizzando sonde, perché non è consigliabile utilizzare altri mezzi, come ci spiega Salvatore Costantini, coordinatore delle guide in Abruzzo per l’Aigae, Associazione guide ambientali ed escursionistiche:

“Stanno scavando con le pale, perché non è possibile scavare con mezzi meccanici, altrimenti si potrebbero provocare ulteriori crolli alla struttura. Il problema è che se gli enti locali avessero più risorse, potrebbero mantenere più e meglio pulite le strade e tante cose probabilmente non si verificherebbero”.

A questo si aggiunge un nuovo rischio slavina, che pur essendosi abbassato da 4 a 3, resta alto. Ma l’emergenza non riguarda solo il Rigopiano, come racconta ancora Costantini:

“Le temperature si sono alzate, la neve è diventata sempre più pesante e quindi adesso i rischi sono grandi. Ci sono anche altre località: come ad esempio Lama dei Peligni, in provincia di Chieti, dove alcuni abitati della frazione sono stati ormai evacuati; così come nella località del Gran Sasso, sul versante aquilano, vicino a Castel del Monte, c’è un paese che si chiama Villa Santa Lucia e anche lì c’è il rischio valanga. La neve ora comincia a scivolare dai tetti e i centri storici hanno tutti vicoletti stretti e quindi c’è il rischio che cadano giù masse enormi di neve e quando cade la neve porta con sé le tegole”.

In tutto l’Abruzzo la situazione è pesante: migliaia di persone sono senza energia elettrica, ci sono frazioni isolate, treni bloccati e viabilità sconvolta. Accanto alla popolazione anche la Chiesa, come racconta don Marco Pagniello, direttore di Caritas Pescara:

“Abbiamo creato una rete di contatti non solo con i parroci – loro sono i primi ad essere sul territorio che ci fanno un po’ da sentinelle, che ci segnalano le situazioni e le emergenze. L’emergenza ci vede impegnati soprattutto per i più poveri, per cercare di essere vicini a loro non semplicemente offrendo un letto, ma anche amicizia, ma anche solidarietà, ma anche fraternità”. 

Sorvegliato speciale, in queste ore, il bacino di Campotosto, il secondo più grande d’Europa con tre dighe, una delle quali sorgerebbe sopra una faglia parzialmente attivata dalle scosse di mercoledì. Gli esperti temono che con un distacco dalla montagna si possa creare un effetto simile a quello che avvenne nel Vajont nel 1963. Un piccolo sorriso,oggi, lo strappa la notizia che i bambini sopravvissuti al Rigopiano stanno bene tanto da essere dimessi. Nei loro racconti, come in quelli degli altri sopravvissuti, c’è un vento freddo, poi una bomba e suppellettili che volano dappertutto. Ci vorrà molto tempo per riprendersi da un’esperienza di questo tipo come conclude don Marco:

“C’è tanto lavoro da fare per sanare, per dare senso a ciò che è accaduto. E questo noi spiritualmente sappiamo che solo il Signore può aiutarci a dare senso ad alcune situazioni, come quelle vissute”.








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