2017-01-20 11:47:00

Gianola: la ricchezza è strettamente connessa allo sviluppo sociale


“La famiglia è alla base di oltre 94% delle imprese italiane”. Lo ribadisce Dionigi Gianola, direttore Generale della Compagnia delle Opere, per il quale “non c’è sviluppo economico se non c’è sviluppo sociale”.  Domani l’incontro: “Diamo credito alle famiglie. Insieme per far crescere il Paese”. Massimiliano Menichetti lo ha intervistato:

R. – La Compagnia delle Opere intende partecipare ad un lavoro comune per riscoprire il ruolo della famiglia come soggetto che forma, educa e sostiene anche economicamente le singole persone, che - sul loro posto di lavoro e nella società - producono e scambiano beni e servizi. In questo senso noi lanciamo la nuova forma di Corporate Family Responsibility: misuriamo cioè le aziende anche nella loro capacità di riconoscere il ruolo della famiglia. Il ruolo della famiglia che non è solo quello che dà  il via alle attività imprenditoriali – faccio una parantesi dicendo che oltre il 94 per cento delle aziende italiane è di natura familiare e se pensiamo alle grandi aziende e ai grandi gruppi in Italia vengono ricondotte tutte a delle famiglie - ma anche e soprattutto il rapporto nella famiglia stessa e con i suoi collaboratori.

D. – Questo che vuol dire in concreto?

R. - In questo senso la social responsibility dovrebbe essere fortemente dedicata non soltanto ai problemi ambientali e di sostenibilità, ma anche alle tematiche familiari. Per esempio al recupero dei tempi di spostamento verso i luoghi di lavoro, rendendoli compatibili con la vita di una madre; per esempio la modalità di presenza e di gestione della produttività più rispettosa delle dinamiche sociali …

D. – Lei mi sta dicendo che si ha una attenzione maggiore nei confronti della persona si lavora meglio…

R. – Assolutamente sì! E a maggior ragione all’interno dell’azienda a conduzione familiare. Di per sé la famiglia è un motore di carattere economico all’interno del tessuto imprenditoriale nazionale, con una particolare attenzione sia ai rapporti interni sia rispetto ai rapporti con i collaboratori. Quindi è centrale in questo è la persona al centro dell’impresa.

D. – La famiglia-impresa ha più aspetti …

R. – Dobbiamo pensare alle grandi aziende italiane: tutte immediatamente ricollegabili ad una famiglia, ma nel momento in cui si parla di micro-impresa, quindi aziende sotto i 10 dipendenti, questo confine tra famiglia e impresa va sempre di più a diminuire. C’è una stretta coincidenza tra l’essere famiglia e l’essere impresa.

D. – Per voi questa capacità di generare ricchezza è strettamente connessa allo sviluppo sociale?

R. – Noi siamo sempre più convinti – e lo ribadiamo in ogni occasione – che non c’è sviluppo economico, se alla base non c’è uno sviluppo sociale. E il primo soggetto da cui parte lo sviluppo sociale, il primo mattone, è proprio la famiglia. Quindi alla famiglia va dedicata una particolare attenzione e una politica particolare che non sia soltanto di sostegno, perché ne ha bisogno, ma proprio perché la famiglia è il primo motore, non soltanto di un rilancio da un punto di vista della società, ma anche dello sviluppo economico. In altri termini, in uno slogan, potrei anche dire che non saranno le manovre finanziarie a far uscire il Paese Italia dalla crisi, ma bisogna ricostruire un tessuto sociale basato sulla famiglia. 








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