2017-01-19 13:30:00

Congresso della Misericordia. Card. Tagle: carità e difesa della vita


Un invito a compiere atti di misericordia è stato rivolto dall’arcivescovo di Manila, card. Luis Antonio G. Tagle, agli oltre 5mila partecipanti al IV Congresso apostolico mondiale della Misericordia (Wacom4), in corso nella capitale delle Filippine, Manila dal 16 al 20 gennaio.

Non avere paura di aprire il proprio cuore a Cristo
“Non siete voi a compiere gli atti di misericordia — ha detto il porporato ai presenti — ma è opera di Gesù. Quindi, non ci si deve vantare di compiere tali atti. L’unica cosa di cui ci si può vantare è di avere bisogno della misericordia di Dio”. L’arcivescovo di Manila – riporta L’Osservatore Romano - ha esortato i partecipanti al Wacom4 a non avere paura di aprire il proprio cuore a Cristo. “Non c’è alcun bisogno di nascondersi o di vergognarsi”. E ha invitato tutti i presenti a essere come Maria, “attenta verso chi ha bisogno”.

Tra i temi del Congresso anche la situazione dei diritti umani nelle Filippine
Tra i temi al centro del Congresso non solo la “devozione per la Misericordia Divina”, ma anche la difficile situazione in cui versa il Paese, che sta vivendo una crisi “in tema di diritti umani”. Il riferimento di mons. Ruperto C. Santos, vescovo di Balanga, è alle vittime della campagna contro il narcotraffico lanciata dalle autorità, che ha fatto registrare migliaia di morti. “La misericordia — ha spiegato mons. Santos — è legata alla vita e la vita è legata all’ambiente. In generale, si deve sempre amare la vita. Essa va vissuta fino in fondo e va anche difesa, promossa e rispettata”.

Nel programma del Congresso un “pellegrinaggio della misericordia”
Il Wacom4 si svolge ogni tre anni e riunisce personalità ecclesiastiche, intellettuali e semplici fedeli. A Manila stanno prendendo parte all’evento vescovi, sacerdoti, religiosi, suore e battezzati di tutto il mondo. La Chiesa ha presentato l’incontro mondiale come occasione per compiere un “pellegrinaggio della misericordia”, che porterà i numerosi delegati a visitare diversi luoghi santi dell’arcipelago asiatico, da Manila a Batangas, da Bulacan a Bataan, oltre a orfanotrofi, Centri di accoglienza, popolazioni indigene, bambini di strada, anziani, donne e tossicodipendenti.

La Chiesa non può restare silente sulle vittime della guerra al narcotraffico
In apertura dei lavori congressuali, è intervenuto anche mons. Broderick S. Pabillo, vescovo ausiliare di Manila, il quale ha sottolineato che la Chiesa nelle Filippine non può restare silente e inerme di fronte alla conta governativa delle vittime della guerra al narcotraffico, che ha ormai superato quota seimila in cinque mesi. La Chiesa, ha avvertito il presule, è vicina al dolore delle loro famiglie, in particolare quelle povere, che hanno perduto i loro cari senza poter nemmeno contare su un giusto processo. “Non possiamo restare muti — ha spiegato il vescovo ausiliare — perché questo è un altro modo per terrorizzare le persone. Adesso, è davvero giunto il momento di farsi sentire» e ha invitato anch’egli i fedeli e le persone di buona volontà “ad agire contro la violazione dei diritti umani, senza aspettare che la conta aumenti”. Il presule si augura che il Paese abbia imparato qualcosa dalle esperienze del passato e che quindi non ripeta gli stessi errori commessi allora. (L.Z.)








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