2017-01-14 14:50:00

Sanità. Giustozzi: soddisfazione con rammarico sui nuovi Lea


Generale apprezzamento per l’approvazione e la firma del premier Paolo Gentiloni, nella serata di ieri, del decreto che introduce in Italia i nuovi Lea, cioè i Livelli essenziali di assistenza sanitaria, ovvero le cure e le prestazioni garantite ai cittadini gratuitamente o pagando un ticket.
Si tratta di un provvedimento che colma un vuoto di oltre 15 anni e che prevede un costante aggiornamento. Il ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, parla di superamento delle differenze tra le Regioni, di un’attenzione alla prevenzione, tramite i vaccini, e alle malattie rare e croniche che prima non c’era.

Attesissima era anche la riformulazione del Nomenclatore protesico fermo al 1999, che introduce negli elenchi dei dispositivi che le Regioni dovranno garantire, ausili informatici e di comunicazione, come i comunicatori oculari e le tastiere adattate, ma anche apparecchi acustici digitali e carrozzine a tecnologia avanzata. Nei nuovi Lea sono previsti anche lo screening neonatale , i trattamenti contro la ludopatia e la terapia del dolore.

Da parte sua la Cgil denuncia che i ticket aumenteranno del 40%, mentre secondo la Cisl saranno necessarie risorse aggiuntive al miliardo di euro stanziato per l’intero provvedimento. Adriana Masotti ha sentito il segretario nazionale dell’Associazione Dossetti, Claudio Giustozzi:

R. – Ovviamente il commento è di soddisfazione. Però non possiamo dimenticare che una legge delle Stato prevedeva il riordino dei Lea ogni tre anni e che quindi abbiamo un ritardo di oltre 15 anni… E probabilmente tanti cittadini hanno subito tanti danni proprio dalla mancata revisione dei Lea. Possiamo fare un esempio molto importante che è quello dei malati rari, anche se anche oggi abbiamo un numero molto, molto basso malgrado i nuovi Lea. Negli ultimi anni ci si è dimenticati che la tecnologia, che la farmaceutica, che la scienza andava avanti e i Lea sono rimasti quelli obsoleti di 15 anni fa…

D. – Questo è un punto molto importante: quello delle Nomenclature delle prestazioni, anche tecniche. E questo ha detto il ministro Lorenzin si aggiornerà di volta in volta, a seconda delle nuove esigenze…

R. – Guardi, il ministro ne ha dette tante… dobbiamo vedere e verificare quello che succederà nel tempo; soprattutto bisogna vedere con certezza cosa ci sarà all’interno di questi Lea. Se – come si dice - questi Lea porteranno dei rincari di ticket per le prestazioni che già oggi sono erogate, ci saranno alcune prestazioni che andranno fuori i vecchi Lea ed altre che entrano…. Bisognerà insomma capire molto, molto bene questo provvedimento. Oggi non è possibile capirlo: lo  potremo fare soltanto dopo che sarà pubblicato sulla Gazzetta.

D. – Comunque riguardo alle malattie rare, di cui lei prima accennava, saranno 110 quelle riconosciute e quindi esenti da spese sanitarie da parte del malato…

R. – L’Organizzazione mondiale della Sanità ci parla di 7-8 mila patologie rare riconosciute, a livello mondiale. Noi – con l’ingresso di queste 110 all’interno dei Lea – ne avremo intorno alle 500: quindi tecnicamente rimangono fuori qualche migliaia di patologie rare… siamo assolutamente in ritardo! Questo è il nostro punto di vista.

D. – Sempre il ministro ha detto che chiaramente la svolta nella sanità costa, ma è un investimento sulla nostra salute; e fa riferimento in particolare ai vaccini: ce ne saranno di nuovi e sarà ampliata la fascia di coloro che ne potranno usufruire gratuitamente…

R. – Mi fa piacere che il ministro dica le stesse identiche cose che diciamo noi da tempo. Probabilmente il ministro ha capito che la prevenzione non è un costo, ma è sicuramente un enorme risparmio per il nostro Paese. Non a caso si dice che un miliardo speso in prevenzione ne fa risparmiare tre, perché significa avere meno malati e meno sofferenze. I vaccini? Ben venga questo provvedimento dei vaccini. Ma non è che devono essere dati soltanto gratuitamente, devono essere anche obbligatori per le fasce a rischio. Bisogna far sì che si recepisca il meccanismo di protezione per tutti i cittadini: il cittadino deve sapere che c’è un vaccino, che è gratuito e che è a sua disposizione. Nessuno lo dice!

D. – E sulla promessa che finalmente non ci saranno più differenze di prestazioni tra le Regioni?

R. – Su questo veramente ci viene da ridere… Dopo il Referendum è rimasto esattamente tutto quello che era prima: il 97 per cento dei cittadini non sapeva nemmeno che all’interno del Referendum si parlava della loro salute… Adesso abbiamo dei nuovi Lea, ma abbiamo un articolo – il 117 della Costituzione – che è quello del 2001 e non abbiamo un super ministero della salute che possa, in qualche maniera, esportare quella parola che veniva detta “supremazia nazionale” all’interno del meccanismo della salute. Rimarrà tutto così!

D. – Rimane cioè l’autonomia delle Regioni?

R. – Rimane esattamente l’autonomia delle Regioni. Adesso vedremo quali saranno le Regioni che vogliono fare un salto avanti e andare vicino a quelle che sono le richieste dei loro cittadini e le Regioni che, invece, non vorranno fare questo salto…








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