2017-01-13 11:33:00

Giornata mondiale del migrante: al centro i minori stranieri


In vista della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, domenica prossima, si moltiplicano le iniziative di sensibilizzazione nei confronti di un fenomeno che segna profondamente il nostro tempo. “I bambini costretti alla fuga, specialmente se sono soli – afferma il Papa oggi in un tweet - sono i più indifesi e vulnerabili. Preghiamo per loro e aiutiamoli”. Le migrazioni di migliaia di uomini, donne e bambini in fuga da guerre, fame, sete e dalla violenza di regimi autoritari infatti, cambiano il volto dei Paesi di arrivo, chiedono nuove politiche e una nuova cultura che sappia integrare il diverso. L’Italia è in prima linea tra accoglienza ed esigenze di sicurezza.  Il servizio di Adriana Masotti:

La Giornata, in Italia sarà celebrata quest’anno a Sant'Angelo Lodigiano, in Lombardia, nel centenario della morte di santa Francesca Saverio Cabrini, proclamata da Pio XII nel 1950 “patrona degli emigranti”. Con le sue consorelle fu tra le prime religiose ad occuparsi agli emigranti italiani in America a fine Ottocento. Oggi l’Italia torna ad essere terra di emigrazione, soprattutto da parte di giovani che cercano altrove opportunità migliori di vita e di lavoro, ma è soprattutto terra di nuovi arrivi. Anche di minori, spesso non accompagnati. Secondo i dati forniti da Caritas e Fondazione Migrantes, sui 5 milioni di immigrati complessivi presenti in Italia, oltre 1 milione sono minori. Nel 2016, anno di maggior arrivo sulle coste italiane di immigrati, in totale circa 181 mila, il numero dei minori non accompagnati è più che raddoppiato rispetto al 2015, passando da oltre 12 mila a quasi 26 mila. Ma non è tutto. Ascoltiamo mons. Guerino Di Tora, presidente di Migrantes:

“Nei primi sei mesi del 2016, 5.222 minori stranieri non accompagnati sono stati dichiarati scomparsi, non esistono più, non si sa che fine hanno fatto, se sono vivi, morti, se sono sfruttati…”

I  minori sono i più a rischio, esposti, come scrive Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata dedicato proprio a loro, ad ogni tipo di sfruttamento e di violenza. “I bambini e i giovani sono il futuro, sono coloro per i quali si lavora e si costruisce. Non possono venire egoisticamente trascurati e dimenticati”, ha detto Francesco lunedì scorso agli ambasciatori. Mons. Di Tora:

“Mi viene in mente quella frase del card. Martini: “chi è orfano della casa dei diritti, difficilmente sarà figlio della casa dei doveri”. Quindi l’invito del Papa a prendere in considerazione in maniera chiara la realtà dell’integrazione, dell’inserimento sociale, i programmi di rimpatri sicuri. E poi in terzo luogo, il Papa spinge a cercare soluzioni durature, affrontando la questione migratoria alla radice contrastando nei Paesi di origine le cause che provocano le migrazioni.”

Riguardo ai numeri dell’accoglienza, la regione che accoglie più immigrati in assoluto è la Lombardia con 23 mila presenze e il Lazio con quasi 15 mila, ma curiosamente guardando i dati relativi al numero degli abitanti, risulta che è il Molise la regione più accogliente, 11 immigrati su 1.000 abitanti, seguita da Basilicata, Friuli-Venezia Giulia e Calabria, mentre la Lombardia si attesta tra le ultime con 2,3 migranti su 1.000 abitanti.  Riguardo alla questione urgente dell’accoglienza dei migranti, sempre nel discorso agli ambasciatori, il Papa ha avvertito che un approccio "prudente" da parte degli Stati non può significare “l’attuazione di politiche di chiusura” e ha ribadito  che “non si può ridurre la drammatica crisi attuale ad un semplice conteggio numerico”.  Ancora mons. Di Tora:

“E’ un problema innanzitutto umano, di relazionalità con gli altri con cui si vive nello stesso mondo, ma per noi cristiani assume anche una particolarità diversa: il Papa ci invita a vivere la nostra fede nella concretezza. Oggi quello che dà la cifra alla situazione mondiale è senz’altro la realtà migratoria. E quindi non possiamo immaginare una vita cristiana che non tiene conto o che mette da parte questa realtà. Non è la fine di un’epoca, non è la fine della storia, ma l’inizio di una storia nuova. E’ per questo che Papa Francesco ha insistito e insiste molto su queste idee dell’accoglienza, dell’altro come fratello,  dell’altro che fugge da determinate situazioni e quindi ha dei diritti ben concreti…”.








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