2017-01-09 13:48:00

Ostia: abbandonato bimbo in auto al gelo dal padre ludopatico


A Ostia ieri un uomo ha lasciato il figlio di 3 anni in macchina al gelo per quasi 3 ore per andare a giocare alle slot machines. L’ennesimo caso di abbandono dei minori in auto e di  ludopatia, drammaticamente allarmanti e crescenti in Italia. Al microfono di Giulia Angelucci, il sociologo Maurizio Fiasco, recentemente insignito dell'onoreficenza del presidente Mattarella, presidente dell’Alea, Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio:

R. – Casi simili accadono molto di frequente e vengono rapidamente oscurati dal circuito dei media. Perché appare assolutamente impossibile da ammettere che “apparecchi da intrattenimento”, come ipocritamente vengono chiamate le slot machine, possono portare a divellere la persona dai sentimenti più elementari, più profondi, più primordiali quali quelli che legano un padre o una madre ai figli. Perfino sotto casa mia è accaduto a una coppia, che aveva lasciato addirittura due gemelli dentro la macchina: era estate … Non sono “apparecchi da intrattenimento”; agiscono in modo da trasformare completamente la persona e a farle perdere la cognizione del tempo, del luogo, degli affetti, delle priorità e del senso dell’esistenza che si svolge ogni giorno. Il disastro quotidiano legato a questa pervasione del gioco d’azzardo nel nostro Paese è poco esposto nei media e poco commentato in chi deve prendere le decisioni amministrative e politiche, che ha nelle mani il destino del nostro Paese …

D. – La riduzione delle slot che è stata annunciata a fine 2016 e mai attuata …

R. – Ridurre il gioco d’azzardo non significa ridurre le apparecchiature; certo, ce ne sono 470 mila, tra quelle di un tipo e quelle dell’altro: sono una enormità. Ridurre le apparecchiature non ha senso se non si riduce anche il tempo di esposizione della persona al gioco. Qui c’è qualcosa che viene contrabbandato all’opinione pubblica: “Ne toglieremo il 30%, quindi il gioco scenderà del 30%”. Questo 30% va ridotto del 50, del 70, dell’80%, altrimenti una macchina può fare il lavoro di due e produrre gli stessi danni, se non superiori, di quella che è stata sostituita dalle nuove tecnologie. Non necessariamente ridurre e sostituire gli strumenti del gioco d’azzardo significa ridurre il gioco d’azzardo.

D. – 900 mila persone a soffrirne in Italia: il bilancio del 2016?

R. – Che ancora il consumo aumenta: passa da 88 miliardi e 250 milioni a 95 miliardi, nel pieno di una crisi e nel pieno di una disapprovazione sociale verso il gioco d’azzardo. La quantità delle persone esposte al gioco d’azzardo è direttamente proporzionale all’offerta del gioco d’azzardo. Cioè, se tu vai su un territorio e butti delle bombe, che senso ha fare poi la statistica sul numero delle vittime? Tu hai fatto un bombardamento! Probabilmente, quelli che hanno lasciato il bambino nella macchina al gelo, sottoposti a una perizia psichiatrica risulteranno persone assolutamente normali. La devianza avviene nel rapporto tra queste persone e la macchina progettata per tenere agganciate le persone al gioco d’azzardo.  Quanto è estesa la popolazione in condizione patologica di gioco d’azzardo? E’ una popolazione sterminata: 900 mila è il numero che si ricava applicando all’Italia i parametri di una letteratura scientifica straniera; in realtà, un fenomeno di diffusione capillare del gioco d’azzardo come è in Italia, non ha eguali in altra parte del pianeta. Quindi se dovessimo fare una contabilità o un censimento delle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo, dovremmo adottare delle metodologie nostre e vedremmo che la popolazione è veramente sterminata. L’offerta industriale del gioco d’azzardo ha prodotto delle perverse pari opportunità: oggi le donne giocano più o meno quanto gli uomini; un tempo erano un ottavo rispetto al gioco degli uomini. Quindi l’arruolamento di consumatori al gioco d’azzardo è avvenuto, ed è stato una storia di successo. Mentre la persona versa in una condizione di sofferenza, le si propone una via d’uscita come quella di rimanere incollata a una macchinetta del gioco d’azzardo, comprare un gratta-e-vinci o stare davanti al computer a giocare ai casinò online: tutti possono diventare giocatori patologici …perché a chiunque nella vita capita di avere un periodo di depressione, di ansia, di sofferenza.








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