2017-01-09 12:51:00

Cie per migranti. Edoardo Patriarca: un'esperienza da evitare


Fa ancora discutere l’ipotesi avanzata dal ministro dell’Interno Marco Minniti di riaprire i Cei, Centri di Identificazione ed Espulsione. Tante associazioni si sono espresse in modo negativo,  ricordando che in passato i Cie sono stati anche luoghi di detenzione. Alessandro Guarasci ha sentito Edoardo Patriarca, vicepresidente della Commissione d’inchiesta sul sistema di accoglienza:

R. – È un’esperienza assolutamente da non ripetere e da contrastare, semmai si andasse ancora in quella direzione. Visitando alcuni Cie – penso a quello di Modena che è stato chiuso – mi sono ritrovato in una situazione a dir poco indecente, per usare un eufemismo: quindi no a quell’esperienza. Ho la sensazione che il programma lanciato dal ministro Minniti rispetto ai Cie abbia bisogno di ulteriori approfondimenti. Il tema che abbiamo davvero davanti a noi è il tema dei rimpatri; tuttavia il tema dei rimpatri non lo si risolve incrementando i Cie,  piuttosto provando a costruire accordi, soprattutto con la Libia e con i Paesi che sono i maggiori portatori di persone migranti. Su questo credo che Minniti stia svolgendo alcuni passaggi importanti; l’auspicio è che anche l’Europa ci aiuti in questo percorso cosicché l’accesso al nostro Paese diventi un accesso pulito e regolare.

D. – Però lei appunto ha parlato di Europa: l’Europa però non vede di cattivo occhio i Cie, anzi in qualche modo li incoraggia. Lei teme che in Europa si faccia strada sempre di più una politica securitaria?

R. – Mi sarei atteso invece, più che  o auspicare i Cie, un sostegno più chiaro, più forte e definito verso l’Italia: l’Italia di fatto sta sopportando da sola l’impatto tremendo e pesante di questa immigrazione che poi viene dalla Libia e dalle coste del sud del Mediterraneo. Quindi mi aspettavo che perlomeno l’Europa decidesse di riprendere in mano il tema delle ricollocazione, di sostenere l’Italia anche da un punto di vista economico-finanziario, e soprattutto che avviasse una politica estera verso l’Africa, appunto per mitigare le migrazioni. Quindi riproporre ancora i Cie credendo che questa sia la soluzione alla bacchetta magica per risolvere questo problema ormai epocale, ancora una volta mi sembra uno sguardo securitario, come diceva lei, e così… ancora piccolo, che lascia l’Italia ancora una volta da sola.

D. – Vede la possibilità di un accordo concreto con i Comuni per un’accoglienza più diffusa?

R. – Io non sono tra coloro che vogliono procedere per obblighi, però una forma che intervenga affinché non siano solo duemila i Comuni che accolgono i migranti ma siano ben di più, mi pare la scelta più importante. Se noi riusciamo ad aprire questa esperienza a livello territoriale, credo che per il nostro Paese il tema dei migranti, più che essere un problema, possa diventare finalmente un’opportunità,  per poi ricostruire un welfare davvero vicino ai poveri.








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