2017-01-03 17:03:00

Reddito d'inclusione: l'appello delle associazioni al governo


Il governo potrebbe approvare un decreto per lanciare, nel giro di poche settimane, il reddito di inclusione per le famiglie più povere. Lo ha affermato il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina in un’intervista su Repubblica. Secondo l’Istat un milione e 600 mila famiglie, ovvero 4 milioni e mezzo di persone, hanno varcato oggi in Italia la soglia della povertà assoluta. Il Rei, cioè il reddito di inclusione, sarà un sostegno finanziario non assistenziale, ha precisato Martina, e coinvolgerà nella prima fase famiglie con minori. La legge delega che dovrebbe introdurre il Rei, votata alla Camera nel luglio scorso, è oggi al Senato e diverse associazioni hanno rivolto l'appello a fare presto. Adriana Masotti ha chiesto a Nicoletta Teodosi, presidente del CILAP, Collegamento italiano di lotta alla povertà, come ha accolto le parole del ministro:

R. – Direi positivamente, nel senso che il governo già l’anno scorso con il Sia ha reso strutturale una misura contro la povertà a livello nazionale. Noi è dal 2013 che stiamo aspettando che il Parlamento adotti una misura in termini di legge, appunto; e il ministro Martina, probabilmente con questa dichiarazione, non fa altro che sollecitare il Parlamento a prendere atto di una necessità ormai incontrovertibile, che è quella di una misura di contrasto alla povertà nazionale, e soprattutto di sollecitare il Parlamento a fare presto, perché è dal 2013 che alla Camera e al Senato sono depositate tre proposte di legge e la sintesi che è stata fatta è appunto con questa misura che si chiama “reddito per l’inclusione”. Devo specificare che il Rei non rappresenta proprio il massimo delle nostre aspettative, però almeno tanto per cominciare…

D. – Il Sia, che lei ha citato, è il “sostegno per l’inclusione attiva”, che è stata sperimentata già da parte di alcune città…

R. – Il Sia è una misura strutturale che nasce da una sperimentazione. Dalla Legge di Stabilità del 2016 è una misura che è stata normata per tutto il territorio  italiano. Il Sia è una misura per i nuclei familiari, con almeno due minori a carico.

D – Il Rei, il “reddito di inclusione”, prevede un aiuto finanziario mensile per i più poveri; però avrà anche un obiettivo, appunto, di inclusione attraverso determinate richieste e offerte di possibilità…

R. – Sì. Non è soltanto un’erogazione monetaria, ma ha una serie di condizionalità: per cui il beneficiario, il nucleo familiare, la persona, può beneficiare del contributo a patto che, a condizione che intraprenda un percorso di lavoro, un percorso di formazione, un impegno nei confronti dei propri figli, mandandoli a scuola, in ordine, puliti… Un problema grosso noi ce l'abbiamo con le persone adulte, che in questo momento sono escluse dal Sia, perché magari si tratta di una persona di 55 anni o di 60 anni che ha perso il lavoro, che non ha più gli ammortizzatori sociali, non ha più tutele…. Quindi io mi auguro che il reddito di inclusione sia anche per le persone singole. Finora si è sempre parlato di nucleo familiare… E se lei mi chiede come sta andando questo Sia, io le dico che non sta andando bene! E questo perché ci sono delle condizioni che sono state messe che sono molto alte! E quindi, quando noi andremo al tavolo di coordinamento, il Comitato di Sorveglianze del Ministero, che io mi auguro entro gennaio sarà convocato, noi diremo che sicuramente va rivista questa misura, ma non in quanto tale: va rivista per i suoi accessi.

D. – Le stesse difficoltà di accesso, lei pensa ci saranno anche per il reddito di inclusione?

R. – Saranno le stesse misure: sia il Sia che il Rei non sono delle misure universaliste. Universaliste significa che sono per tutti. Sono per i nuclei familiari... Il Collegamento Italiano di Lotta alla Povertà vorrebbe una misura universalista: una misura ossia che vada a beneficio di tutti coloro che, in un dato momento della loro vita, si trovano in una condizione di povertà o di rischio di povertà. Noi non risolveremo tutto il problema della povertà in Italia né con il Sia né con il Rei!








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