2017-01-02 14:28:00

L'Is rivendica l'attentato di Istanbul, è caccia al killer


Stamani la rivendicazione da parte del sedicente Stato Islamico del sanguinoso attentato di Istanbul, che ha causato 39 morti. Intanto proseguono in Turchia le indagini per scovare l’autore della strage. Il servizio di Giancarlo La Vella:

Nella sua delirante rivendicazione, il Califfato afferma che l’attentato realizzato da colui che viene definito “un soldato dell’Is”, rappresenta una risposta ai bombardamenti della Turchia contro i musulmani in Siria. Il comunicato del gruppo jihadista minaccia ancora: “Il governo di Ankara sappia che il sangue dei musulmani a causa dei bombardamenti turchi si trasformerà in fuoco nella sua casa”. E, intanto, continua la caccia al killer che, dopo l’attacco di Istanbul, si è dato alla fuga. Mobilitati migliaia di poliziotti in tutto il Paese. Si apprende, inoltre, che nell’attacco al locale sono stati esplosi tra i 120 e i 180 colpi. Si cerca una persona che, secondo fonti anonime riportate dalla stampa turca, potrebbe provenire dall'Uzbekistan o dal Kyrgyzstan. Quello che gli osservatori si chiedono è se l’attentato di Istanbul rappresenti un cambio in chiave terroristica della strategia dell’Is. Lo abbiamo chiesto a Emanuele Schibotto, del sito “geopolitica.info”:

R. – Credo proprio di sì … sarà un anno pericoloso per tutti noi, in Europa. Per diversi motivi: perché è un anno di elezioni in tutto il continente e ci sarà incertezza politica. Sappiamo che molto spesso l’incertezza crea condizioni per poter agire. C’è il pericolo dei lupi solitari, che sono sempre più incentivati e controllati dal sedicente Stato Islamico; sono lupi solitari, ma si sipirano sempre a un’ideologia comune.

D. – Aumentando il livello di attenzione contro possibili attacchi terroristici, è forse questo il momento di creare un fronte internazionale più compatto contro il Califfato?

R. – E’ questo il momento per alzare la voce e cercare di far fronte comune a una minaccia che è senz’altro condivisa da tutti: dalla Russia, dagli Stati Uniti; anche se gli Stati Uniti per diverse ragioni si stanno allontanando dall’arena mediorientale, sono comunque interessati. E' interessato poi il versante centroasiatico … Ci sono, comunque, anche ragioni per essere positivi, a mio modo di vedere, perché diciamo che possiamo anche leggere le mosse recenti dell’Isis come le ultime cartucce da sparare, atti segnati quasi dalla frustrazione, perché il contesto nel quale si sta muovendo sta mutando, e anche in maniera rapida. La Russia ha preso il controllo della Siria e quindi c’è un Paese più stabile; per questo ci sono condizioni mutate e proprio per questo c’è da stare molto attenti, ma è anche vero che ci sono motivi – ripeto – per essere ottimisti …








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