2016-12-27 14:02:00

Parroco invita a Messa per boss. Mons. Cacucci: grave scandalo


Ha suscitato polemiche l’iniziativa di don Michele Delle Foglie di Grumo Appula, nel barese, di invitare i fedeli, tramite un manifesto funebre affisso in città, ad una Messa per Rocco Sollecito, esponente di spicco del crimine organizzato italiano in Canada ucciso 7 mesi fa. La Messa era fissata per le 18.30 di oggi. Al parroco è arrivato però il divieto di celebrare in forma pubblica, sia dall’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Francesco Cacucci, sia dal questore che, per motivi di ordine e di sicurezza, aveva disposto che il rito fosse spostato alle 6 di questa mattina. Ma oggi le porte della chiesa di Grumo Appula sono rimaste chiuse. Lo conferma, al microfono di Adriana Masotti, lo stesso mons. Cacucci:

R. – No, non ha celebrato, ma non era obbligatorio, celebrare questa mattina. Il divieto mio – divieto anche del questore – era di celebrare questa sera alle 18.30, perché questo avrebbe avuto un carattere pubblico e quindi sarebbe diventato occasione, per quanto riguarda la Chiesa, di scandalo, per quanto riguarda il questore una turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica.

D. – Il parroco mantiene fermo il suo pensiero e dice addirittura che vorrebbe parlarne con il Papa, essere ricevuto da lui e spiegare …

R. – Bisogna dire che ogni sacerdote ha il diritto di parlare con il Papa, può chiedere; però, è del tutto singolare non rendersi conto che quando una celebrazione  liturgica possa avere il  carattere di scandalo  per le persone, questo non debba essere fatto.  Questo è accaduto in tanti altri casi nella Chiesa …

D. – Le ripropongo quello che il parroco ha detto, a sua giustificazione: “Le Messe per i defunti non si celebrano per onorare i defunti, ma perché questi hanno bisogno di preghiere; quindi, tanto più sono peccatori tanto più ne hanno bisogno”.

R. – Però si sa che un vescovo può anche vietare una celebrazione quando questa celebrazione può ingenerare nei fedeli un dubbio. Ora, questo dubbio è molto più consistente quando il parroco stesso ha invitato i fedeli a partecipare a questa celebrazione.

D. – Il Papa addirittura ha parlato di scomunica per chi appartiene alle organizzazioni criminali …

R. - Sì, sì; ma qui non si tratta, da parte del parroco, di appartenere: qui è mancato l’equilibrio ed è mancata la prudenza.

D. – Lo dicevo in riferimento al boss per cui si voleva pregare: c’è una condanna da parte della Chiesa della mafia e di organizzazioni simili …

R. – Certo: c’è una condanna, ma è chiaro che la condanna della mafia sia scontata. Ma in questo caso io ho condannato questo atteggiamento di non chiarezza che sarebbe potuto derivare da una celebrazione alla quale il parroco stesso invita. E’ un’eccezione, posso dire comunque, nell’ambito della Chiesa locale…

D. – Il parroco ha invitato, ma insieme alla famiglia: ancora questa commistione, questo sentirsi in qualche modo legati alla religione, cristiani, pur facendo traffici illeciti. Esiste ancora forte, questo sentire? Essere insieme uomini religiosi e uomini di malaffare?

R. – Io credo che questo ci sia. Ora, quanto questa contraddizione in loro sia consapevole, credo che solo la loro coscienza e Dio possano saperlo. In ogni caso, il compito della Chiesa è anche un compito educativo, che non riguarda soltanto la coscienza delle persone: riguarda i riflessi che possono avere questi atteggiamenti sul popolo. E allora, per evitare qualsiasi tipo di dubbio in proposito io sono intervenuto in modo deciso.

D. – Per chiarire che la Chiesa non ha legami …

R. – Perché nemmeno il dubbio che possa esserci una … non dico una connivenza, ma un atteggiamento debole o leggero nei confronti di questi episodi, possa essere accettato.

D. – Lei pensa di essere stato capito dalle persone di Grumo Appula e della sua diocesi?

R. – Io credo che quando un vescovo deve intervenire, interviene soprattutto per orientare le coscienze. Io sono convinto che la stragrande maggioranza delle persone comprende il mio intervento, anzi: io sto ricevendo continuamente attestati di sostegno da ogni dove. Poi, se qualcuno non condivide, questo fa parte della libertà di ognuno.








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