2016-12-23 13:15:00

Congo: decine di morti nelle proteste contro Kabila


Esplode la violenza nella Repubblica Democratica del Congo: le forze di sicurezza hanno ucciso questa settimana almeno 40 manifestanti che protestavano contro il presidente Kabila che si è rifiutato di lasciare il potere alla scadenza del suo secondo e ultimo mandato. Quasi 500 le persone arrestate. Procede in questo clima la mediazione tra il capo di Stato e le opposizioni: pare si sia raggiunta una prima bozza di accordo secondo la quale il presidente dovrà dimettersi entro la fine del 2017. Francesco Gnagni ne ha parlato con padre Loris Cattani, missionario saveriano e conoscitore del Paese:

R. – Ancora non si è arrivati alla firma dell’accordo, però ci sono alcune grandi linee che potrebbero essere confermate. Per esempio, il presidente Kabila rimarrebbe nelle sue funzioni fino alle prossime elezioni presidenziali che dovrebbero essere organizzate entro la fine del 2017, probabilmente nel mese di settembre, contrariamente all’accordo firmato il 18 ottobre che prevedeva l’organizzazione delle consultazioni presidenziali, le direttive nazionali e quelle provinciali, entro il mese di aprile 2018. Quindi questo periodo di transizione - chiamiamolo così - durerebbe solo 12 mesi, un anno, invece di un anno e mezzo. Una seconda caratteristica è questa: nell’accordo figurerebbero due clausole. Prima clausola: durante questo periodo di transizione non ci sarà alcun tentativo di revisione della Costituzione né per via parlamentare né per via referendaria. Seconda clausola: il presidente Kabila non si presenterà alle prossime elezioni presidenziali, quindi non si presenterà per il terzo mandato. Un’altra caratteristica è che il comitato di monitoraggio per l’applicazione dell’accordo sarebbe denominato Consiglio nazionale per la transizione. Questo è ancora molto incerto. Questo organismo sarebbe presieduto dallo stesso Étienne Tshisekedi, presidente del Comitato dei saggi, del raggruppamento delle forze politiche e sociali acquisite al cambiamento, il raggruppamento dell’opposizione.

D. - Ci sono stati anche numerosi morti, sembra quasi 40…

R. - Queste vittime si sarebbero potute evitare se la classe politica si fosse messa in un atteggiamento di dialogo. Fin dall’inizio, la classe politica ha cercato di difendere gli interessi dei due blocchi. Il blocco della maggioranza presidenziale per mantenersi al potere - la classe politica al potere non è riuscita o non ha voluto organizzare le elezioni entro i tempi previsti dalla Costituzione - ma la responsabilità casca anche sull’opposizione, secondo me, che ha tentato di risolvere il famoso contenzioso elettorale del 2011 mettendo in secondo piano la sicurezza della popolazione.








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