2016-12-19 13:44:00

2016: 74 giornalisti morti nel mirino di guerre e regimi autoritari


Il giornalismo una professione a rischio, ancora oggi, in molti Paesi del mondo, non solo in zone di guerra e sotto regimi autoritari ma anche in contesti, sulla carta, democratici. Lo documentano i rapporti annuali delle organizzazioni Reporter Senza Frontiere, con sede a Parigi e il Comitato per la protezione dei giornalisti, con sede a New York. Il servizio di Roberta Gisotti:

74 operatori dell’informazione - 57 giornalisti, 9 blogger e  8 collaboratori di media – sono stati uccisi nel 2016, denuncia Reporter Senza Frontiere, semplicemente “per aver esercitato la loro missione di informare”. Massima parte hanno perso la vita in zone di guerra: 19 in Siria, 10 in Afghanistan, 7 in Iraq e 5 nello Yemen. Ma al terzo posto, nella lista nera per la stampa è un Paese dell’America Latina, il Messico con 9 vittime. Se le morti di giornalisti, sono in calo - erano state 67 nel 2015 - questo si deve alla loro fuga da alcuni Paesi troppo pericolosi, come quelli citati oltre Libia e Burundi. Qui oggi abbiamo - lamenta Reporter Senza Frontiere – veri ‘buchi informativi’ dove regna l’impunità, nonostante 780 giornalisti abbiano perso la vita negli ultimi 10 anni, per documentare realtà scottanti non solo su guerre in corso, ma su violazioni di libertà e diritti, malaffare e corruzione che affliggono anche molti Paesi democratici. In Italia, secondo dati dell’Agenzia europea dei diritti umani, sono stati, nei primi 9 mesi del 2016, 92 gli episodi di minacce, pressioni, attacchi contro giornalisti. A seguire la Francia ne ha avuti 55.

Il 2016 è stato anche l’anno peggiore per le incarcerazioni, come rivela il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ): ce ne sono 259 dietro le sbarre di prigioni statali, ben 81 in Turchia, che ha superato la Cina che ne ha 38, seguita da tre Paesi africani, Egitto, Eritrea ed Etiopia. A questi vanno aggiunti 40 giornalisti, tutt’ora scomparsi o rapiti in Medio Oriente e Nord Africa, oltre ai molti rilasciati durante quest’anno. 456 di loro hanno scelto, dal 2008, la via dell’esilio dal proprio Paese.








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