2016-12-17 21:00:00

Videomessaggio del Papa: siamo artigiani di misericordia! Testo


Videomessaggio di Papa Francesco in occasione del concerto promosso dalla Gendarmeria Vaticana nell'Aula Paolo VI, eseguito da Claudio Baglioni con l’obiettivo di sostenere un ospedale pediatrico a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, e le vittime del terremoto in Centro Italia. Oltre ai 500 mila euro già raccolti con i biglietti, è possibile donare con un sms al numero 45523. Pubblichiamo di seguito il testo del videomessaggio:

Buona sera, sono molto contento di questa iniziativa promossa dalla Gendarmeria e che ha coinvolto molte istituzioni e persone, ciascuno con le proprie personalità, con le proprie professionalità: gli artisti, le maestranze, i tecnici, gli operai. Tutti artigiani di misericordia perché, come ho detto in altre occasioni, le opere di misericordia che trovano l’ispiratore in Dio e la materia nella misericordia stessa, sono modellate da mani e dai cuori di uomini e di donne.

Al termine del giubileo straordinario, consegnando la lettera apostolica Misericordia et misera, ricordavo come la cultura della misericordia si forma nella preghiera assidua e come, per vincere la tentazione delle parole, della teoria sulla misericordia, è necessario trasformare la misericordia nella vita di tutti i giorni, vita che diventa partecipazione e condivisione.

Per esempio oggi, questo … pensiamo Bangui, pensiamo le terre terremotate, ma vediamo che i bambini di Bangui hanno fatto una raccolta per i bambini delle terre terremotate. Questo è, si chiama essere artigiani di Misericordia.

Questa sera dunque allarga l’orizzonte del giubileo della misericordia partecipando e condividendo situazioni concrete di povertà e di bisogno: Bangui e le terre terremotate del centro Italia.

Questa sera tutti voi state partecipando concretamente e generosamente alla costruzione di due progetti rivolti ai più deboli e fragili, i bambini, che saranno i segni visibili dell’anno della misericordia e che porteranno la firma di tanti di voi.

A volte qualcuno mi chiede: ma lei, padre, parla sempre dei poveri e della misericordia. Sì, dico, è vero, ma non è una malattia. E’ semplicemente il modo con cui Dio si è rivelato. Infatti il Natale ormai alle porte ci ricorda il modo con cui Dio è entrato nel mondo: nasce, da Maria Vergine, come tutti i bambini nasce, viene avvolto in fasce, preso in braccio, allattato. Non solo: lui, la sua mamma, Maria Vergine, e Giuseppe hanno dovuto fare i conti con il fatto che per loro non ci fosse posto nell’albergo.

E ancora: la buona notizia, l’annuncio della nascita non viene consegnato a re e a principi, ma a pastori, uomini poco o male considerati, peccatori incalliti potremmo dire. Questo è il nostro Dio; non il Totalmente Altro ma l’assolutamente prossimo. Per questo diventare artigiani della carità e costruttori di misericordia è come investire non in borsa, ma in paradiso, nella vita beata del cielo, nell’amore del Padre.

Grazie a tutti; grazie a nome dei bambini di Bangui e di quelli delle zone terremotare. Non possiamo fare cose grandi, realizzare grandi progetti, ma ciò che faremo avrà la firma della nostra passione, il Vangelo. Buon Natale a tutti.

 

 








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