Non possiamo “prevenire le uccisioni perché non sappiamo quando avverranno, non sappiamo come vengono portate a termine e chi sono i colpevoli. Quello che possiamo fare è aiutare i tossicodipendenti con la riabilitazione e risvegliare la coscienza del popolo”. Lo afferma all'agenzia AsiaNews mons. Broderick S. Pabillo, vescovo ausiliare di Manila, allarmato dal continuo aumento di omicidi extragiudiziali di sospetti trafficanti di droga nel Paese.
Ci sono altri modi per affrontare il problema della droga
La Chiesa, afferma il vescovo, può essere attiva in molti modi: “Dobbiamo far comprendere
alle persone che c’è qualcosa di sbagliato in questa situazione. Dobbiamo appellarci
al governo perché interrompa tutto questo. Abbiamo il dovere di parlare in modo pubblico,
in modo che i governanti si rendano conto che ci sono persone contrarie alle uccisioni
e la loro coscienza venga toccata. Speriamo che i responsabili decidano di cambiare
politica, perché ci sono altri modi per affrontare il problema della droga”.
La mattanza del neo Presidente è stata criticata dalla comunità internazionale
Negli ultimi sei mesi, da quando Rodrigo Duterte è diventato Presidente, almeno 6mila
persone sono state assassinate senza un processo con l’accusa di spaccio e consumo
di droga. La mattanza, promessa dal neo Presidente in campagna elettorale, è stata
criticata dalla comunità internazionale e lo stesso Duterte è accusato di aver commesso
un omicidio quando era sindaco di Davao. Oggi gli Stati Uniti hanno dichiarato che
non rinnoveranno un ingente pacchetto di aiuti per le Filippine a causa delle “gravi
preoccupazioni” destate dall’amministrazione Duterte.
La Chiesa è attiva nell’aiuto concreto ai tossicodipendenti
Mons. Pabillo afferma che oltre a condannare le uccisioni, la Chiesa è attiva nell’aiuto
concreto ai tossicodipendenti: “Abbiamo organizzato molti gruppi, nelle parrocchie
e nelle chiese, che stanno creando vari tipi di programmi di riabilitazione per i
malati. Gli operatori riuniscono i bisognosi, insieme ai capi villaggio e ai membri
della polizia, forniscono loro educazione, fanno seminari e lezioni sui valori religiosi,
sulla salute e su esercizi che possono fare per migliorare la propria condizione”.
I programmi variano da parrocchia a parrocchia. “Tramite esercizi e giochi – continua
il vescovo – insegniamo ai tossicodipendenti a prendersi cura delle proprie famiglie.
Alcune parrocchie fanno anche progetti di reinserimento nel lavoro, in modo che i
drogati si allontanino dalla dipendenza”. Iniziative come queste sono presenti a Manila,
nelle Visayas e in altre regioni delle Filippine. Nella capitale vengono coinvolti
psicologi che lavorano insieme alla Chiesa. (R.P.)
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