2016-12-13 16:34:00

Verso un ambiente sostenibile, cresce il riciclo dei rifiuti


Grazie al riciclo i rifiuti diventano risorse, cioè materia prima seconda. Secondo il rapporto ''l'Italia del Riciclo”, ogni anno in Italia, oltre 15  milioni di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno e organico si trasformano in 10,6 milioni di tonnellate di materie che ritornano nel ciclo produttivo. Alessandro Guarasci ha sentito Andrea Fluttero, presidente di Fise Unire, l’associazione che rappresenta le aziende del recupero rifiuti.

R. – Siamo a un buon livello; siamo a livello europeo. Sicuramente è un Paese che si può considerare tra i migliori, però abbiamo davanti grandi spazi di ulteriore crescita.

D. – La situazione sarà diversa da territorio a territorio …

R. – La situazione è diversa da territorio a territorio e questa è una delle sfide che abbiamo davanti; è anche diversa da settore a settore, da filiera a filiera: perché quando pensiamo ai rifiuti tutti noi pensiamo ai rifiuti urbani, a quelli che conosciamo perché sono quelli che escono dalle nostre case; in realtà, i rifiuti urbani sono 30 milioni di tonnellate l’anno rispetto a un totale di rifiuti prodotti nel nostro Paese di 178 milioni di tonnellate annui. Quindi, basta questo numero per comprendere come i rifiuti urbani – che sono quelli che noi conosciamo di più – siano una delle componenti del mercato complessivo dei rifiuti che sono per noi, imprese del riciclo, il nostro motivo di vita industriale, la materia su cui lavoriamo.

D. – Ci sono dei nodi ancora da risolvere, soprattutto delle normative che ostacolano il riciclo?

R. – Paradossalmente, si fa una semplificazione superficiale di un settore che invece essendo composto da molte filiere ha bisogno di un lavoro sartoriale di norme che non possono valere per tutti. Possono valere per tutti se parliamo di rifiuti; non valgono per tutti se parliamo di recupero di residui di materie. Parliamo di esportazioni: ci sono filiere nelle quali l’esportazione è indispensabile perché raccogliamo e siamo andati a trasformare più materiale di quello che consumiamo, vedi la carta; ci sono filiere nelle quali, invece, se fai l’esportazione togli materiale alle nostre aziende nazionali che invece possono lavorarlo. Quindi, come vede, le norme vanno calibrate settore per settore. E’ un lavoro di una certa complessità, però teniamo conto che stiamo passando da un’epoca nella quale nell’economia lineare il riciclo era ausiliaro, quindi il grosso lo si gettava in discarica o in inceneritore e poi c’era qualche impresa che diceva: “C’è del materiale là, io lo recupero”, a un modello – che è quello dell’economia circolare – nel quale il riciclo diventa l’asse portante del modello stesso.

 








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