2016-12-10 12:48:00

Santa Sede all'Osce: l'esclusione causa guerre e violenze


Si è svolto l’8 e il 9 dicembre ad Amburgo il 23.mo vertice ministeriale dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa). Presenti tutti i ministri degli Esteri dei 57 Paesi membri e degli 11 Stati partner. Al centro, i principali temi economici e politici del panorama internazionale. In primis, la lotta al terrorismo globale e la guerra in Siria, nonché la questione del disarmo e le restrizioni ai diritti umani in molte aree del mondo. A rappresentare la Santa Sede è stato l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.

La radice di ogni male è l'esclusione
Esclusione. È il nemico occulto della pace e dunque della sicurezza. Quello che scava dietro la facciata degli “impegni solenni”, generando discriminazioni di tutti i tipi e corruzione, quindi assenza di diritti, la morte della dignità delle persone, la paura, la ribellione, la guerra. Una filiera del male dal costo sociale abnorme, che mons. Gallagher denuncia con un intervento dai passaggi intensi. Sono “diversi – afferma – i conflitti che continuano a traumatizzare alcune parti della regione dell’Osce”, anche perché, sottolinea, in certi casi neanche le “Missioni speciali” dell’organismo di sicurezza e cooperazione continentale “sono capaci di mantenere il cessate-il-fuoco o assicurare l’attuazione degli accordi raggiunti”, come per esempio in Ucraina, uno dei “conflitti congelati” dello scacchiere mondiale. Il risultato è un desolante orizzonte che, “da est a ovest di Vienna”, mostra – osserva mons. Gallagher, una preoccupante e “continua presenza di crimini e atti di odio”, di “intolleranza”, di varia natura. Dove alligna l’esclusione, elenca, scaturisce il campionario degli orrori, “il traffico umano, la vendita di organi e tessuti umani, lo sfruttamento sessuale di ragazzi e ragazze, il lavoro schiavo, compresa la prostituzione, il commercio di droghe e armi, il terrorismo ed il crimine organizzato internazionale".

Donne e religioni, artefici di pace
Dunque, pace e sicurezza per l’Europa sono una questione di inclusione sociale ed economica, per le quali il segretario per i Rapporti con gli Stati invoca con un senso di urgenza “passi concreti” e “misure immediate”. E ne indica alcuni direttamente, rinnovando anzitutto la richiesta di “un maggiore coinvolgimento delle donne” nella “prevenzione e nella risoluzione dei conflitti”. E, analogamente, una nuova considerazione del “ruolo costruttivo delle religioni”. Altro che ritenere le fedi come “fattore negativo nella società”: mons. Gallagher bolla come “falsa” questa “idea diffusa” e piuttosto ricorda come in tempi recenti il dialogo costruito da Papa Francesco abbia portato a “risultati promettenti” in Africa e America Latina e ricorda anche il caso emblematico della lettera spedita nel 1965 dai vescovi polacchi a quelli tedeschi, gesto fondamentale per la “riconciliazione” post bellica tra le due nazioni.

Non abbandonare i migranti
Il rappresentante vaticano stigmatizza la piaga della corruzione (dove c’è, si produce “violenza” e “sono i poveri a soffrire”), quindi affronta anche il nodo delle migrazioni. La sostanza non cambia. “Questi movimenti – dice senza giri di parole – sono la conseguenza di disuguaglianze sociali ed economiche, conflitti violenti, catastrofi ambientali e naturali”, di “persecuzioni religiose ed etniche”. Chi lascia la propria terra per un’altra, ripete mons. Gallagher, non deve essere trattato “come una minaccia alla stabilità e alla sicurezza nazionale” e quindi abbandonato “allo sfruttamento da parte di persone senza scrupoli”. Piuttosto dei migranti, sostiene, va “riconosciuto e affermato il contributo notevole e positivo che danno ai Paesi riceventi”.

Buon governo e connettività
La Santa Sede, chiosa mons. Gallagher, “apprezza gli sforzi per costruire un consenso sulla decisione del Consiglio ministeriale in merito al rafforzamento del buon governo e alla promozione della connettività”. Sarebbe “uno strumento – commenta – molto utile per affrontare gli aspetti più ampi dell’esclusione economica e sociale”. (A cura di Alessandro De Carolis)








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