2016-12-07 16:30:00

Vaticano: volume sugli affreschi ritrovati nel Cortile del Pappagallo


Un giardino segreto pieno di piante rare ed animali esotici sulle mura di un cortile interno del Palazzo Apostolico Vaticano. E’ lo straordinario studio del ritrovamento di alcuni affreschi del Cortile dei Pappagalli, raccontati attraverso il volume “Cortile del Pappagallo – Hortus Conclusus”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana e una mostra di riproduzioni grafiche presentati in Vaticano. L’evento è stato promosso da Urban Vision che ha collaborato per la realizzazione di questa ricerca. Il servizio di Marina Tomarro:

Un ritrovamento casuale partito dalla scoperta di una traccia di pittura azzurra all’altezza di venti metri su una delle mura del Palazzo Apostolico in Vaticano. Nasce da lì lo studio e il rilevamento pittorico del Cortile del Pappagallo, che prende il nome da una voliera interna all’appartamento di Papa Giulio II che ospitava volatili esotici. Ascoltiamo l’architetto Maria Mari, curatrice del volume:

R. - Questo lavoro in realtà non è nato dallo studio della residenza pontificia, non è partito quindi da uno studio storico. In realtà, la sorpresa è stata questa: quel giorno, volgendo lo sguardo su un prospetto molto alto – venti metri – siamo rimasti impressionati da quel frammento azzurro, perché ci ha ricordato l’azzurro del Giudizio Universale. E come mai, su una facciata sbiadita c’era un frammento e ci è sembrato, appunto, quel pergolato, quel vaso? Tutto è nato da lì, da un casuale, successivo ritrovamento di questo quadro di Biagetti dall’altro lato che aveva, di nuovo, questi vasi, questi pergolati, le due immagini che di nuovo davano questa sensazione della presenza di decorazioni. È da lì che è nata la ricerca storica di capire, in un cortile su fronti esterni, la necessità di dipingere, forse, di nuovo del verde all’interno di un verde vero, naturale, come quello, appunto, del Giardino del Belvedere, delle erbe medicinali, delle vigne papali. Quindi è stato un viaggio affascinante che ci ha portato a questa cinta chiusa, dove abbiamo immaginato Pio IV che, chiuso il quarto lato, godeva di questa bellezza.

E lo studio di questa figurazione pittorica, voluta da Papa Pio IV,  ha svelato le meraviglie dei suoi affreschi, ormai in parte completamente rovinati, che svelano  un hortus conclusus, popolato da fiori colorati, piante rare ed animali esotici a ricordare, nella sua bellezza, il paradiso terrestre. Ascoltiamo ancora l’architetto Maria Mari:

R. - C’è un velo di magia, di mistero, perché noi vediamo la cinta muraria, i tralci della vite, i vasi; non vediamo l’uomo: l’uomo è al centro di questo cortile? Questo non si sa, perché negli apparati decorativi delle facciate grafite di solito erano rappresentati anche dalla parte umana. In questo cortile questo non si trova. Noi non lo abbiamo trovato e lo stiamo cercando.

Alla presentazione della mostra e del volume era presente anche il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Ascoltiamo il suo commento:

R. - Sono molto felice perché non pensavo che sarebbe stata rimessa all’ammirazione di tutti quest’opera scomparsa. Noi, che passiamo qui spesso, ci siamo accorti che c’era qualche resto, ma non potevamo pensare che ci fosse tutta questa bellezza. Quindi, veramente, è un godimento dello spirito avere rivisto queste immagini, questa ricostruzione.

D. – Durante l’incontro, si diceva che la bellezza non è mai effimera ma è l’immagine di Dio. Cosa vuol dire?

R. – Vuol dire che la bellezza lascia sempre un segno, no? Diventa davvero un cammino per arrivare a Dio. La bellezza, in fin dei conti, è certamente quella delle arti, ma è soprattutto quella del cuore. Quindi, quando un cuore è pieno di amore allora è bello. In questo senso, davvero, la bellezza diventa un gradino per ascendere verso Dio, per raggiungerlo.








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