2016-12-07 16:30:00

Padre Perrella: eredità del Giubileo nel segno dell'Immacolata


L’otto dicembre dello scorso anno Papa Francesco inaugurava il Giubileo straordinario nel giorno in cui la Chiesa celebra l’Immacolata Concezione. Ora che l’Anno Santo si è concluso, nei fedeli rimane l’eredità di un evento che ha messo al centro la Misericordia, come spiega padre Salvatore Perrella, dell'Ordine dei Servi di Maria, preside della Pontificia Facoltà Teologica Marianum, al microfono di Michele Raviart:

R. – Papa Francesco ha iniziato l’Anno della Misericordia nel giorno dell’Immacolata perché l’Immacolata è il segno tangibile della misericordia di Dio. L’Immacolata che cosa è se non il perdono, se non la giustificazione, se non la pienezza di grazia nella creatura Maria, in vista di Cristo? Quindi l’Anno della Misericordia inizia con Maria perché Maria è Colei che ha generato nella carne, mediante la sua fede e il suo servizio, Colui che è la misericordia incarnata. La misericordia di Maria sta nell’essere madre e serva di Colui che è il misericordioso. La misericordia è quell’amore viscerale, quell’amore quasi cieco che Dio ha per noi, nonostante il peccato, i tradimenti, le reiterate infedeltà. E Maria piena di grazia è veramente il segno dell’amore che Dio ha per ciascuno di noi. Ha fatto bene Papa Francesco a segnalare la misericordia nel nome della Vergine Immacolata.

D.  – Che eredità lascia questo Anno Santo per i fedeli?

R. – Noi dobbiamo stare attenti, cioè non dobbiamo seguire la moda degli avvenimenti. L’Anno Santo è stato un grande avvenimento, un avvenimento di fede. E la fede si vive nella concretezza quotidiana che Dio è con noi e non potrà essere contro di noi. Questo Giubileo della Misericordia è iniziato con Maria ed è terminato alla luce di Cristo Re dell’universo e la sua signoria sta all’uomo come l’uomo sta alla signoria di Dio… L’eredità dipende da noi. A livello semplicistico, il fatto che spesse volte si è sentito parlare di misericordia produce nell’uomo e nella donna, anche se in modo irriflesso, un pensiero rivolto alla misericordia ma anche un esame di coscienza. Sono per la misericordia, soprattutto a partire da ciò che è il mio quotidiano, da ciò che sono i miei vicini, i miei parenti, il mio prossimo? Questo vuol dire Giubileo.

D. – Maria è Madre della Misericordia, che cosa vuol dire affidarsi a Lei?

R. – Maria, Madre della Misericordia, non è un titolo ma è un servizio che Maria ha esplicato. Maria è Madre di Colui che è la Misericordia. E’ la serva della Misericordia. Maria è stata beneficiaria della Misericordia e invita tutti noi ad affidarci a questa Misericordia che non ha limiti purché noi la accogliamo con cuore sincero e anche con quella gratitudine che oggi non è più così scontata, anche nei nostri rapporti.

D. – Qual è il significato del dogma dell’Immacolata Concezione per l'uomo di oggi?

R. – Quando fu definito nel 1854 il dogma dell’Immacolata Concezione, eravamo in piena crisi dei rapporti tra Chiesa, Stati, società, culture. Ma al di là del dogma mariano in sé, il dogma dell’Immacolata vuole ricordarci il primato dell’uomo: quanto l’uomo è caro a Dio. E gli occhi misericordiosi di Dio, posati su questa ragazza di Nazaret, in un tempo in cui Papa Francesco ci richiama alla solidarietà, all’accoglienza, alla benevolenza, al servizio agli altri, sono di grande attualità. L’Immacolata vuol dire: io sono grato a Dio perché volge il suo sguardo benevolo su di me. E io devo rispondere a questo sguardo di misericordia. Come? Mediante il servizio che devo fare al prossimo: "devo", ecco perché l’Immacolata è anche un impegno etico da parte del credente che alla luce di Maria si impegna a vivere l’alleanza come Maria.








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