2016-12-05 19:36:00

Riflettori spenti sull'Afghanistan


E' passato il tempo in cui l'Afghanistan riempiva le prime pagine dei giornali. Segno questo di una situazione in fase di risoluzione? Oppure ennesimo caso in cui un paese, la cui popolazione continua a  vivere in condizione di oggettiva e grave difficoltà, viene tralasciato dal circo mediatico, a favore di scenari internazionali ritenuti di maggiore attualità?

In Afghanistan le donne vivono ancora in condizioni di forte discriminazione, soggette alle decisioni maschili e spesso a violenze. Il 68% della popolazione femminile è analfabeta, meno del 16% partecipa alla forza lavoro. Per la grande maggioranza delle ragazze l’unico futuro possibile è sposare uomini scelti dalle famiglie e vivere recluse in casa.

La formazione migliora sensibilmente la situazione economica e sociale delle donne afghane, ma le opportunità di formazione femminile restano assai scarse. Per questo nell’ottobre 2014 Nove Onlus, associazione no profit fondata nel 2012, e il suo partner afghano PADA hanno aperto a Kabul un progetto pilota che in 12 mesi ha offerto a 420 donne socialmente svantaggiate corsi gratuiti di formazione professionale, affiancati da un servizio di avvio al lavoro.

Forte anche l'impegno nel campo della disabilità grazie alla collaborazione con il CICR, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e la stessa Nove Onllus.

Ne parliamo con Susanna Fioretti, esperta di cooperazione internazionale, fondatrice e presidente di Nove Onlus e con Alberto Cairo, fisoterapista, in Afghanistan da 27 anni, dove dirige il Programma Ortopedico del CICR.








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