2016-12-02 14:30:00

Francia: approvata legge che vieta di difendere la vita su Internet


Estensione della legge francese sull’aborto che vieta alle associazioni di effettuare consulenze, sostegno e difendere la vita su Internet. Ieri sera infatti con una votazione per alzata di mano, l’Assemblea nazionale ha approvato in prima lettura la norma che aggiunge agli 'ostacoli all’interruzione di gravidanza', puniti dalla legge, anche quello 'digitale'. Il servizio di Roberto Piermarini:

La riforma, che ora dovrà passare all’esame del Senato, nasce da un’iniziativa del governo socialista che punta a oscurare i siti Internet curati da varie associazioni a difesa della vita per sopperire agli effetti di un’altra legge fatta approvare esattamente un anno fa dalla maggioranza che eliminava la settimana obbligatoria di riflessione per le donne che stanno pensando di abortire. L’eliminazione di quello spazio - riporta il sito di Avvenire - nasceva dall’idea secondo la quale la donna non deve rendere conto a nessuno della sua decisione di abortire, che dunque da facoltà depenalizzata a certe condizioni diventa "diritto". La conseguenza della cancellazione di qualsiasi figura con la quale la donna possa confrontarsi prima di decidere ne era l’inevitabile conseguenza.

Quest'ultimo intervento normativo introduce così una vera e propria repressione di presenze online di quelle associazioni che si dedicano all’ascolto delle donne che si trovano di fronte alla difficile scelta se abortire o meno. Una riforma lungamente annunciata, contro la quale sinora su Internet non si è alzata nessuna tra le voci che abitualmente difendono la libertà di parola.

A difesa dei siti per la vita, si è schierata la Chiesa cattolica con la lettera del presidente dei vescovi mons. Georges Pontier al Presidente Hollande, rimasta senza risposta. Il presule spiega al microfono di Hélène Destombes cosa rappresenta questa norma per la società francese:

R. – Je pense que ça nous dit de notre société qu’il y a un éclatement …
Credo che ci dica, della nostra società che è in atto la distruzione dei concetti antropologici e quindi in modo particolare del rispetto della dignità della persona umana; inoltre ci dice che il cammino dell’individualismo, del ciascuno-fa-come-gli-pare-e-come-vuole è ormai totale, e così si evidenzia “il diritto della donna a gestire il proprio corpo come vuole”; non c’è più nulla che difenda il più debole, in questo caso il bambino che sta iniziando la sua vita …

D. – Un altro punto che lei tratta nella sua lettera riguarda la limitazione della libertà d’espressione. In che modo questa misura rappresenterebbe una vera minaccia, un attacco allo stesso principio di democrazia? Questo lei afferma nella lettera …

R. – On voit bien qu’on a eu dans notre Pays des grandes discussions légitimes au moment des attentats …
Sappiamo tutti che nel nostro Paese ci sono state discussioni – legittime – quando ci sono stati gli attentati di Charlie Hebdo sul diritto e sulla libertà d’espressione. In ogni ambito, nella nostra società è un fondamento, se non uno dei fondamenti e comunque una delle manifestazioni dell’esistenza della democrazia e del diritto di esprimersi in maniera libera. E in questo caso, abbiamo l’impressione che per ragioni “militanti” o ideologiche, ci sia una restrizione del diritto alla libertà d’espressione in internet e una definizione dell’espressione di difesa della vita come inaccettabile in seno alla nostra società.








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