2016-11-29 07:07:00

Cambiamenti climatici: a rischio la salute dell'ambiente


Ecosistema e salute dell’ambiente tornano al centro dell'attenzione internazionale. Se ne è parlato a lungo ieri nel seminario sui cambiamenti climatici ed il settore agroforestale. L’evento è stato organizzato dalla Fao in collaborazione con la Rappresentanza permanente d’Italia presso le Organizzazioni Onu e la Fondazione Centro per un Futuro Sostenibile. Al centro del focus i sistemi che offrono maggiori potenzialità per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici. L’incontro ha fornito una panoramica sui temi trattati al Cop22 riguardo l’agricoltura e la concretizzazione dei Nationally Determined Contributions, oltre il ruolo che il settore agroforestale svolge all'interno dei sistemi sostenibili. All'apertura dei lavori: José Graziano da Silva, direttore generale della Fao; Abdelâdim Lhafi, Alto Commissario per le risorse idriche, forestali e lotta alla desertificazione del Marocco; Francesco Rutelli, Presidente del Centro per un Futuro Sostenibile. Clarissa Guerrieri ha intervistato Simone Borelli, Esperto Agroforestry and Urban Forestry Fao:

R. – Abbiamo discusso dell’apporto dei sistemi agro-silvo-pastorali al miglioramento della resistenza dei sistemi agricoli al cambiamento climatico. Ovvero, il fatto di avere sistemi che combinano sia specie arboree, specie vegetali e anche specie animali possono migliorare la resistenza dei sistemi di produzione agricola al cambiamento climatico.

D. – Quali possono essere gli effetti di questi cambiamenti?

R. – Credo che da una parte dobbiamo aspettarci, in alcune zone del mondo, meno precipitazioni, in altre più precipitazioni; i nostri sistemi agricoli devono essere progettati ed essere migliorati per potere far fronte a questi cambiamenti. Diversificare i sistemi può migliorare questa resistenza.

D. – Che ruolo gioca l’agricoltura all’interno del settore climatico?

R. – L’agricoltura da una parte è uno dei settori che produce C02 e dall’altro uno di quei settori che può aiutare a ridurne la produzione. Diciamo che la combinazione dei sistemi agricoli e forestali possono assorbire e diminuire in parte le emissioni.

D. – Ci sono Paesi più a rischio?

R. – I Paesi che hanno già un clima secco vedranno senz’altro aumentare la siccità e ridurre la produzione agricola. Direi che senz’altro tutti i Paesi sono a rischio, chi più, chi meno; certo, i Paesi che sono nelle fasce più calde senz’altro sono più a rischio.

D. – Per quanto riguarda l’Italia, quant’è vulnerabile il sistema agricolo della Nazione?

R. – Credo che siano stati fatti passi importanti per rendere il sistema più resistente ai cambiamenti climatici. Purtroppo, negli ultimi giorni abbiamo visto che gli eventi straordinari stanno provocando seri danni e quindi credo che sia importante impegnarsi per cercare di rientrare nei parametri dell’Accordo di Parigi.

D. – Quali possono essere i fattori che incidono sull’aumento dei gas serra?

R. – Credo che, come dicevo prima, bisogna cercare di cambiare forse il modello di sviluppo in cui cerchiamo di usare un’agricoltura più integrata e quindi più sostenibile e anche far rispettare, semplicemente, i parametri già stabiliti dalla legge.

D. – Quale futuro scenario potrebbe aprirsi per questo spettacolo?

R. – Il futuro scenario dipende molto da noi. I Paesi si sono riuniti tutti quanti per cercare di lavorare insieme per affrontare questa situazione. Sta molto nella volontà politica dei Paesi fare sì che tutti questi accordi, questi impegni che abbiamo preso vengano poi rispettati. Quindi è importante che l’opinione pubblica faccia pressione sui governanti affinché si impegnino a rispettare gli accordi.

 








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