2016-11-26 10:50:00

La Svizzera al voto per uscire dal nucleare


Oggi gli svizzeri si recheranno alle urne per un referendum “per un uscita pianificata dal nucleare”, ovvero per porre un limite massimo all’età di esercizio delle centrali nucleari pari a 45 anni e non costruirne delle nuove. In Svizzera ci sono cinque centrali nucleari, la più vecchia delle quali risale al 1974.  Il servizio di Francesco Gnagni:

Il governo elvetico ha finora sposato la linea più vicina a quella tedesca, che prevede un abbandono graduale del nucleare; secondo i promotori dell’iniziativa referendaria invece, capeggiata dal partito dei verdi e da un’alleanza che comprende diverse associazioni ambientaliste, l’atteggiamento del governo risulta essere troppo debole, mentre al contrario si dovrebbero fissare delle date molto più ravvicinate per la chiusura delle cinque centrali nucleari attualmente attive, che producono circa il 40% dell’energia elettrica del Paese, impostando quindi in maniera diversa le politiche energetiche nazionali.

Abbiamo sentito entrambi i fronti della consultazione. Per il sì, un rappresentante dei Verdi del Ticino, il coordinatore della sez. di Bellinzona Daniele Bianchi:

R. – L’iniziativa per l’uscita del nucleare riduce il rischio di catastrofi e garantisce la fine pianificata alla mala gestione economica delle centrali perché oltre che dannose per l’ambiente non sono più redditizie. La politica ha l’obiettivo ma non il piano, perché noi chiediamo di uscire entro il 2029 e entro il 2029 deve essere spenta l’ultima centrale svizzera mentre il governo chiede più tempo. E visto che noi abbiamo anche le centrali più vecchie del mondo - Beznau è del ’74 - immaginate un auto del ’74 in che stato può essere, e in centri abitatissimi, sull’altopiano svizzero e in zone a rischio.

D. – Quale sarebbe l’alternativa al nucleare?

R. – Investire di più nelle rinnovabili, sicuramente. Perché oltretutto l’energia nucleare  è già sussidiata e dunque levare questi fondi a questa energia che non ha un futuro e investire nel rinnovabile, che può essere l’eolico, il solare, varie componenti assieme.

D. – Pensa sia possibile per quella data?

R. – Sì, è abbastanza possibile perché oltretutto non sono più nemmeno redditizie economicamente. Dunque è possibile perché si sta chiedendo da molto tempo e questo passo altre nazioni l’hanno già fatto: Fukushima insegna, Chernobyl insegna… Insomma, non è un tema nuovo, è da sempre che chiediamo che vengano spente queste centrali, anche perché, come ha scritto Papa Francesco in Laudato si’, la Casa comune è da proteggere e curare.

Mentre per il no ne abbiamo parlato con una rappresentante del Dipartimento federale svizzero dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni, il Capodivisione Media e politica Marianne Zünd:

R. - In our country we have five nuclear power plants ..
Attualmente abbiamo attive 5 centrali nucleari e l’iniziativa vorrebbe chiuderle in sei date. Questo significherebbe che se il voto sarà sì 3 delle 5 centrali verranno fermate nel corso del prossimo anno, e l’ultima nel 2029. Il parlamento però ha già votato però riguardo al nucleare, e insieme a una strategia energetica, a partire dalla fine di settembre, ha approvato un nuovo piano che prevede un’uscita dal nucleare ma in altri termini, ovvero che le centrali vengano chiuse nel momento in cui non potranno più operare in sicurezza.








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