2016-11-24 14:36:00

Ddl contro utero in affitto: aggirata legge che lo vieta


In Italia la "barbara pratica dell’utero in affitto" è vietata ma sta passando per via giurisprudenziale e attraverso alcune agenzie straniere che cercano coppie sul mercato italiano: è la denuncia che arriva dall’associazione Pro Vita Onlus e da parte di alcuni parlamentari, che in una conferenza stampa tenutasi oggi in Senato, hanno presentato una serie di iniziative che impegnano il Governo anche a livello internazionale per la messa al bando della maternità surrogata. Il servizio di Marco Guerra:

Quello che non si fa entrare dalla porta, cioè l’utero in affitto proibito dalla legge 40 del 2004, entra dalla finestra con l’azione impunita in territorio italiano di agenzie specializzate nella vendita di maternità surrogata e attraverso alcune sentenze della magistratura che, de facto, hanno legittimato l’adozione per copie eterosessuali e omosessuali che hanno ottenuto un bambino all’estero tramite il commercio di gameti e l’utero in affitto. Per motivo oggi Pro Vita Onlus e alcuni senatori hanno presentato una raccolta firme e una serie di azioni legislative che impegnano il governo. Sentiamo il presidente di Pro vita Tony Brandi:

R. – Abbiamo già superato le 60 mila firme… Principalmente chiediamo a questo governo di far applicare la legge e di impegnarsi, a livello nazionale e internazionale, per la proibizione globale di questa disumana pratica dell’utero in affitto, che considera la gravidanza un servizio commerciale da vendere e il bambino un prodotto, una merce da comprare.

D. – Voi avete denunciato un incontro per la promozione dell’utero in affitto a Milano, con veri e propri agenti commerciali che proponevano questo servizio…

R. – Sì, sì! L’agenzia “Prepara”, che in collaborazione con la “Fertility Clinic”, ha avuto una riunione a Milano: si trattava proprio di una riunione commerciale, in cui si vendevano bambini, ovuli e tutte le pratiche necessarie, pratiche per cui si paga da 75 mila a 125 mila euro… Tutto ciò è stato registrato, quindi prove inoppugnabili, mandato alla Magistratura di Milano, che ha cercato di archiviarla. Ma noi ci siamo opposti! Stiamo ancora combattendo e dopo 13 mesi non succede nulla….

Il sentore Lucio Malan insieme ad altri parlamentari si è fatto latore di alcune di proposte legislative che mirano a trovare un accordo trasversale:

R. – Chiederemo al governo di adoperarsi in sede internazionale, perché questa pratica venga definitiva – come lo ha già fatto al Consiglio d’Europa – una pratica contraria alla dignità della donna; chiederemo una risposta all’interrogazione che chiede il perché dell’inerzia della Procura della Repubblica di Milano di fronte alla denuncia dettagliatissima e provatissima della commercializzazione e della pubblicizzazione in Italia della pratica dell’utero in affitto, pratica che è espressamente vietata dalla legge. In terzo luogo: abbiamo presentato un Disegno di Legge che prevede l’espresso divieto dell’utero in affitto, anche se praticato all’estero, con la punibilità per coloro che, dopo aver fatto questa pratica, vengano a risiedere in Italia o già risiedessero precedentemente in Italia; e prevedendo contro lo sfruttamento della gravidanza le stesse pene che ci sono per lo sfruttamento della prostituzione, ovvero per il turismo sessuale e cioè il turismo riproduttivo.

D. – C’è la possibilità di trovare una trasversalità su queste proposte?

R. – Io lo spero, perché da parte anche delle componenti della maggioranza ci sono stati degli atti e dei documenti che sono stati presentati e che vanno in questo senso; però questi documenti non erano altro che ordini del giorno presentati in occasione della Legge Cirinnà, ordini del giorno fatti scomparire dal governo con la posizione di fiducia, con la questione dell’opposizione della fiducia, che – come è noto –  al Senato spazza via non solo gli emendamenti, ma anche gli ordini del giorno.

Un'azione condivisa dalla senatrice Maria Rizzoti che esorta tutti i partiti a condividere una battaglia di civiltà:

R. – Io credo che sui temi e sui valori etici non dovrebbe esistere colore politico, ma assolutamente un modo condiviso per portare avanti e per difendere questi temi. Ci vuole il coraggio nell’affermazione di questi valori, dei propri valori, al di là delle linee di partito! Per cui noi speriamo assolutamente in una trasversalità nell’affermazione di questo principio che lede gravemente l’immagine femminile. Certamente c’è stata una forte affermazione da parte di una femminista francese contro la pratica dell’utero in affitto, ma azione concrete non ne stanno facendo. Si fanno tante cose a difesa delle donne, della dignità delle donne,  sulla povertà delle donne e poi si accetta che le donne nel mondo siano pagate per consegnare dei bambini a qualcuno che li compra.

 

 








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