2016-11-23 14:07:00

Prima volta di Rembrandt ai Musei Vaticani: evento ecumenico


Per la prima volta le opere di Rembrandt, celebra artista del seicento olandese, saranno esposte ai Musei Vaticani. Si tratta di stampe e dipinti provenienti dal Museo Zorn, in Svezia e dalla Collezione Kremer di Amsterdam. La mostra nasce dopo il viaggio di Papa Francesco a Lund e punta a rafforzare il reciproco dialogo tra cattolici e protestanti. Inaugurata oggi e visitabile fino al 26 febbraio, l'esposizione è stata organizzata con la collaborazione delle ambasciate di Svezia e Paesi Bassi presso la Santa sede e in collaborazione con il Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani. Ascoltiamo il prof. Arnold Nesselrath, responsabile del dipartimento delle arti dei Musei Vaticani, al microfono di Michele Raviart:

R. - Rembrandt arriva in Vaticano per la prima volta, in occasione del viaggio storico del Santo Padre a Lund e l’incontro con la comunità luterana. Rembrandt è un artista che è radicato nel mondo protestante da parte del padre e nel mondo cattolico da parte della madre e allora per un evento ecumenico sembrava un artista ottimo, dato anche il suo livello internazionale.

D. – Quali opere saranno esposte ai Musei Vaticani?

R. – Noi abbiamo 53 stampe; abbiamo due lastre delle quali queste stampe sono fatte; e abbiamo un dipinto. Le stampe sono quello che vendeva in tutta Europa e che lo rendevano – ai suoi giorni – famoso fino all’Italia, dove veniva lodato da Guido Reni, veniva lodato da Baldinucci proprio per le stampe. E nelle stampe tratta tutti gli argomenti, dalle storie bibliche - e questa è una particolarità anche dell’opera grafica di Rembrandt – ai mendicanti, ai poveri… E questo è quello con il quale si presenta in tutta Europa.

D. – Che immagine, che concezione arriva della religione da Rembrandt in queste stampe di tematica biblica?

R. – Arriva un'immagine religiosa data la quantità e la qualità delle stampe con soggetti religiosi, ma non è una iconografia articolata per quanto riguarda le varie confessioni. Delle sue stampe più famose qui ci sono la stampa dei cento fiorini, Cristo che guarisce i malati, le famose tre croci. E queste naturalmente sono immagini di grande impatto.

Le acqueforti di Rembrandt, a differenza dei ritratti eseguiti su commissioni, mostrano un artista sensibile alla compassione per gli ultimi, che non cerca la bellezza a tutti i costi, ma mira alla rappresentazione del reale. Lo spiega il prof. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani:

“Le stampe di Rembrandt bisogna guardarle da vicino, guardarle con la lente di ingrandimento. E allora uno capisce tutto: capisce che Rembrandt van Rijn è prodigiosamente grande! Nessuno come lui ha saputo entrare nel cuore delle cose: si tratti del volto di un personaggio; si tratti di un albero, che freme nel vento della pianura; si tratti del corpo di una donna; si tratti di una comunità di fedeli, che pregano nella sinagoga o in una chiesa. Nessun pittore della realtà è stato grande come Rembrandt van Rijn ed è soprattutto grande nelle sue incisioni. Uno deve andare lì, guardarle – ripeto - con la lente di ingrandimento e capisce la prodigiosa tecnica di Rembrandt e la sua capacità di rappresentare tutto il mondo visibile, anche nei sui dettagli apparentemente infinitesimali. Questa è la grandezza di Rembrandt”.








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