2016-11-22 13:49:00

Bregantini: Francesco ci esorta a vivere tempo della Misericordia


“Come desidero che gli anni a venire siano pieni di misericordia, perché ogni persona incontri la bontà e la tenerezza di Dio!” E’ il tweet pubblicato oggi da Papa Francesco sul suo account Twitter @Pontifex. Parole che arrivano all’indomani della pubblicazione della Lettera “Misericordia et Misera” per la conclusione del Giubileo straordinario della Misericordia. Proprio sul contenuto di questo documento del Papa, che ha suscitato l’interesse dell’opinione pubblica a livello mondiale, Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano:

R. – Essenziale, bella! Raccoglie tutta la forza giubilare dentro tre parole, che mi sono sembrate veramente meravigliose: la prima è ringraziare, perché è stata veramente una benedizione; la seconda è celebrare; e la terza è vivere. Queste tre parole percorrono tutto il documento. Il grazie ovviamente è dato soprattutto nella prima parte. Si sente veramente la gioia di ogni pastore, di ogni prete, delle porte che anche io ho aperte: io ne ho aperte ben 14, come le opere di misericordia! Poi c’è la parola celebrare, con il fascino che ha specialmente il dono della Confessione, con il paragrafo 12 che passerà veramente alla storia, con questo superamento dei vincoli delle confessioni che è stata una cosa stupenda. E poi quel testimoniare attraverso il valore sociale della misericordia, che ha un fascino stupendo. Vedi veramente che quello che si è seminato è diventato frutto, è diventato albero, ma è all’interno della Chiesa e della società.

D. – Papa Francesco sottolinea che nessun peccato è così grande da ostacolare l’abbraccio del Padre e quindi il perdono. Questo viene poi declinato nella vita di ogni persona. E - come ovviamente sappiamo - c’è stata una grande attenzione per quanto riguarda l’aborto…

R. – Una scelta che ci ha stupito, ma che ci ha fatto esultare: si è capito che la gravità è sottolineata, ma ha una spaziatura più ampia. Non fissarsi sull’aborto, ma entrare anche in gioco nei “peccati sociali”, nella mafia, nella droga; In fondo a dire: ogni peccato è intriso di morte, ma è anche vero che la misericordia, che è intessuta di grazia, è più forte di ogni peccato! Per cui il valore redentivo dell’Anno della Misericordia è dare ad ogni realtà la possibilità di cambiare, di spaziare, di vivere anche il dramma della morte. Bello quel paragrafo sulla morte e nella parola consolazione; come pure molto importante aver rilanciato il tema della Parola: che cose belle ha scritto! L’àncora della Parola, la Giornata della Parola, insieme alla Giornata dei poveri. Ecco, le due giornate che resteranno sono queste: la Giornata dei poveri prima della Solennità di Cristo Re e la Giornata della Parola, di cui ogni diocesi dovrà scegliere la data. Saranno, le 24 ore per il Signore e i gesti di misericordia che ogni sacerdote può dare, un ricamo di grazia e di benedizione!

D. – Questa Lettera, come ovviamente lo stesso Giubileo, implica una grande responsabilità per i cristiani, per i pastori, per i sacerdoti ovviamente. Viene sottolineato l’aspetto della Confessione, ma ovviamente anche dei laici…

R. – Sui preti ha dato cinque aggettivi che sono un capolavoro. Ci ha chiesto di essere accoglienti, solleciti, generosi, chiari e lungimiranti e questo è un aggettivo che non è mai stato usato nei confronti della Confessione e cioè di chi coglie che basta un cenno per far diventare pienezza, che basta un inginocchiarsi davanti al confessore e le condizioni poi si maturano insieme. Non pretende che tutto sia pronto, ma accompagnare! E poi questo tempo in cui la povertà viene messa al centro come tempo della misericordia vera e chiede che anche i laici attivino attorno a sé una serie di iniziative con la realtà della Chiesa gerarchia, perché tutta la Chiesa sia pienezza.








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